Corriere della Sera

Codice Mazzucchel­li «Vivo tra i ricordi e cose gonfie di vita»

Nella casa dell’artista che non smette di provocare Tra cimeli e i suoi famosi quadri (con l’aria dentro)

- Alessandra Quattordio

Franco Mazzucchel­li, un artista fuori dagli schemi di cui si è parlato a proposito della retrospett­iva «Non ti abbandoner­ò mai. Azioni 1964-1979», inaugurata a Milano, al Museo del Novecento, durante l’ultima Design Week, e di cui si continua a parlare oggi per la mostra «BI-FACE» al Gaggenau HUB. Ora il maestro apre le porte della sua casa milanese rivelando un doppio volto: provocator­e off limits ed erede di ritualità familiari improntate alla tradizione.

Il biliardo che troneggia in soggiorno? «Un Hermelin d’epoca: giochiamo con gli amici, gli stessi con cui andiamo in barca per il Mediterran­eo», risponde Giovanna Casali, artista anch’ella, da cinquant’anni moglie e complice di Mazzucchel­li.

Gli sposi, nel ’68, vollero le bomboniere in resina, il materiale che Franco usava per le sue opere, con due simbolici confetti «annegati» dentro: una scelta che suscitò l’indignazio­ne della mamma di lui, che corse a ordinarne di «vere», in argento.

L’enorme mantice usato come coffee-table? «Un acquisto che risale al viaggio di nozze in Camargue, dopo essere stato a Pamplona per la festa di San Firmino a farmi rincorrere dai tori», ricorda lui. «Trovato in una fornace, ce lo portammo in auto a Milano».

«Insufflare aria»— con mantice o altro — rappresent­ava già allora un’azione affascinan­te per il giovane Mazzucchel­li, che di sostanze gassose stava alimentand­o dai primi anni 60 le sue sculture ambientali. «A dire il vero, per dar corpo ai miei grandi gonfiabili, intitolati Abbandono, avevo scelto le emissioni del tubo di scappament­o dell’auto. Per le giunzioni del Pvc, che dovevano essere perfette — amo la téchne! —, usavo una saldatrice a radiofrequ­enza, la stessa che impiego oggi. Solo negli ultimi anni ho introdotto i tappi in oro massiccio con la mia firma incisa al laser, per nobilitare la povertà dei materiali».

Ennesima sfida di un artista che non rinuncia alla provocazio­ne. Il suo anticonfor­mismo aveva avuto modo di esplicarsi fin dagli anni ‘60 quando a Brera, prima allievo poi docente e direttore dell’accademia del Dipartimen­to di Comunicazi­one Visiva Multimedia­le, organizzav­a happening.

I suoi «gonfiabili» oversize, denominati dagli anni ’70 A.TO A. (Art To Abandone), invadevano in modo inatteso gli spazi pubblici e sollecitav­ano l’interazion­e dei presenti: a Milano in piazza San Fedele o in via Traiano, davanti all’alfa Romeo. A Santa Margherita i «gonfiabili» erano affidati alle onde. A Volterra furono «messi in piazza» da Enrico Crispolti. Le opere su carta A. TO A. — foto, testi, ritagli di Pvc — ancora documentan­o tali eventi, facendo riflettere, ieri come oggi, su quale sia la funzione dell’arte.

Casa Mazzucchel­li, che fu dei suoi genitori e oggi ha vista su Citylife, presenta un mixage di mobili e dipinti antichi (eredità del nonno!), pezzi di design (la lampada Arteluce di Paolo Rizzato), souvenir esotici e, a parete, «testimonia­nze» di vari artisti: Gina Pane, Urs Lüthi, Roman Opalka, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Bruno Di Bello.

Fra le opere dei maestri, un piccolo Duchamp e un Beuys: «Il Duchamp lo trovai a poco prezzo in una galleria di Brera dopo che Arturo Schwarz mi intimorì con opere troppo costose».

Tra console e tele del ‘600 sono però le opere bidimensio­nali di Mazzucchel­li a emergere con autorevole­zza.

Dunque, alla fine, i «gonfiabili» sono diventati «quadri»? Sarcastico, risponde: «Quelli sono Bieca Decorazion­e (BD). A me l’arte decorativa non piace. Al “gonfiabile da parete” sono arrivato solo negli anni 90, dopo aver rivestito di Pvc interi ambienti: prima il centro arredi Garavaglia a Napoli — pubblicato su Domus nel ‘72 —, poi la gioielleri­a-galleria di Anny Di Gennaro, in via Solferino a Milano».

Ma qui da Mazzucchel­li le opere BD sono davvero tante: nere, dorate, trasparent­i, rosse, verdi, viola.

Fra le altre, una giallo zafferano: «È di mio nipote, sei anni, ha voluto un “gonfiabile” per sé… Pensare che mia madre intimava cinquant’anni fa: “Mai entri un gonfiabile a casa mia!”».

Ironia

«Una volta ho gonfiato una serie di opere con le emissioni dei tubi di scappament­o dell’auto»

 ??  ?? Idee Dall’alto, l’artista Franco Mazzucchel­li nel soggiorno di casa; alle sue spalle, «Tracciato» della serie «Bieca Decorazion­e», 2006. Sotto, il biliardo Hermelin dialoga con gli altri mobili
Idee Dall’alto, l’artista Franco Mazzucchel­li nel soggiorno di casa; alle sue spalle, «Tracciato» della serie «Bieca Decorazion­e», 2006. Sotto, il biliardo Hermelin dialoga con gli altri mobili
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