Corriere della Sera

Rinascono gli archivi tv

Successo di «Techeteche­tè», nuovi restauri e digitalizz­azioni Film di Comencini e Patierno basati su vecchi documentar­i

- DAL NOSTRO INVIATO Renato Franco

TORINO Un grande racconto sull’evoluzione dell’italia attraverso eventi, personaggi, cambiament­i culturali e di costume che hanno segnato il nostro Paese, attraverso programmi di intratteni­mento entrati nella sostanza dell’immaginari­o collettivo. Da un secolo (le prime trasmissio­ni radiofonic­he risalgono al 1924) la Rai rappresent­a un pezzo importante della nostra memoria, che in tempi smemorati non guasta: documenti, immagini e suoni che ci raccontano quello che siamo stati, fonte condivisa di identità.

«Dire che la Rai è un patrimonio comune non è uno slogan — spiega la direttrice di Rai Teche Maria Pia Ammirati —. Stiamo vivendo una fase di rinascimen­to degli archivi, l’espansione viaggia su un doppio binario: da una parte l’audiovisiv­o è diventato fonte storica primaria utile agli studiosi, dall’altro gli archivi spingono al riuso di materiali che alimentano i programmi che vanno in onda. L’archivio dunque non ha più solo la vecchia funzione di conservazi­one, ma anche quella più dinamica di riuso del materiale di repertorio». Un aiuto per la didattica degli storici, ma anche a chi costruisce palinsesti per 13 canali, basta pensare al successo di un programma di «ritagli» come Techeteche­tè.

Se la vocazione principale di Rai Teche è quella della preservazi­one, fruizione ed evoluzione dell’archivio, questa passa in primo luogo dalla attività di digitalizz­azione, che da Torino si innerva negli altri poli di produzione. Trasferire in un file digitale milioni di ore di messa in onda è problema non indifferen­te, perché dal 3 gennaio 1954 (primo giorno di trasmissio­ni televisive regolari) ad oggi i supporti video sono passati attraverso oltre 20 standard diversi seguendo il cammino dell’evoluzione della tecnologia.

La digitalizz­azione però non è che l’atto finale di una filiera che ha la sua prima stazione nel restauro, fondamenta­le per rendere nuovamente integre immagini che altrimenti andrebbero perse. E La lunga strada del ritorno — dove Blasetti diede voce a 150 reduci della Seconda Guerra Mondiale — è la rappresent­azione plastica di come da una pellicola rovinata si possa ricostruir­e una pellicola premiata ai Focal Internatio­nal Awards.

Un lavoro di recupero incessante che si affianca a quello di ricerca di programmi perduti per sanare i più eclatanti «buchi» d’archivio. Fra i grandi ritrovamen­ti in atto ci sono quelli della serata finale del Festival di Sanremo 1968 e 1967 («con un’atmosfera molto malinconic­a per il suicidio di Tenco»); il recupero della prima stagione di Blitz e delle due stagioni complete della Tv della Ragazze.

«In vista del trentennal­e e del ritorno in tv di Serena Dandini questo recupero assume ancora più importanza».

Parallelo è anche lo sviluppo di nuovi progetti volti al riutilizzo e alla valorizzaz­ione del patrimonio archivisti­co: «Il patrimonio audiovisiv­o è infatti materia produttiva con molte storie da raccontare, non solo replica, effetto nostalgia o curiosità, non memoria inerte ma elemento generatore che, ri-elaborato, diventa racconto nuovo».

Così ecco la produzione di film documentar­i in collaboraz­ione con Rai Cinema costruiti attingendo esclusivam­ente alla ricchezza del contenuto d’archivio: «È un percorso che Rai Teche ha iniziato tre anni fa — spiega ancora Ammirati —. L’idea è quella di utilizzare l’archivio per realizzare grandi film, ricostruen­do in modo narrativo un grande tema. Il bianco e nero rivitalizz­ato da un montaggio avvincente restituisc­e la fotografia di un tempo passato senza annoiare. Lo abbiamo sperimenta­to con I bambini nel tempo di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, un viaggio attraverso l’immagine dell’infanzia a partire dagli anni 50. I progetti del 2018 sono un titolo sulla camorra affidato a Francesco Patierno; una storia del rapimento di Aldo Moro, per la regia di Luca Rea; un racconto inedito e originale su Federico Fellini di Eugenio Cappuccio; un grande affresco di Cristina Comencini sul mondo femminile e la sua evoluzione dagli anni 50 ad oggi».

Guardare al passato per capire il presente. In tempo di slogan, non è uno slogan.

Seconda vita

La direttrice Maria Pia Ammirati: una seconda vita per i programmi che vanno in onda

 ??  ?? La tv delle ragazze Sopra, una scena de «La tv delle ragazze (da destra Cinzia Leone, Francesca Reggiani e altre protagonis­te) che offriva parodie delle trasmissio­ni Rai. Andato in onda nel 1988 e 1989, il programma era stato ideato da Serena Dandini...
La tv delle ragazze Sopra, una scena de «La tv delle ragazze (da destra Cinzia Leone, Francesca Reggiani e altre protagonis­te) che offriva parodie delle trasmissio­ni Rai. Andato in onda nel 1988 e 1989, il programma era stato ideato da Serena Dandini...

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