Corriere della Sera

Strage tra i roghi di Atene

Le fiamme a nord-est della capitale. Le testimonia­nze: inseguiti dal fuoco fino al mare «Temiamo 100 morti, i focolai forse dolosi». Tsipras: l’europa ci aiuti

- dalla nostra inviata a Mati (Atene) Virginia Piccolillo

Settantaqu­attro morti accertati, oltre 500 feriti. Un Paese cancellato dal fuoco. Il dramma degli incendi che ha messo in ginocchio la Grecia potrebbe avere origine dolosa.

Correvano con le infradito. Le fiamme alle spalle. I bambini in braccio col ciuccio annerito dal fumo. Gli anziani sorretti dai figli. Hanno imboccato il viottolo per il mare. Già sentivano il rumore delle onde. Si sentivano in salvo. Invece, d’improvviso, la roccia. Un picco tropo alto. Un errore fatale. Il fumo li ha storditi. E il rogo li ha portati via tutti insieme, in ventisei. Le mamme un tutt’uno con i piccoli. Come ad Ercolano e a Pompei. «Thee mou, thee mou», «Mio Dio!» hanno gridato i vigili del fuoco, quando, abbracciat­i a un idrante, lottando contro le fiamme che ancora avvolgevan­o il bordo di quella stradina tra i pini, si sono trovati, ieri all’alba, di fronte quella scena.

Lo racconta Efisio, 42 anni, un collega, mentre si passa una mano sugli occhi che lacrimano, non solo per il fumo. Alle spalle ha un muro di fuoco che divora un villino. Nulla in confronto a ciò che è stato in poche ore nel triangolo maledetto dei roghi, divampati in 47 punti simultanea­mente, a partire da lunedì mattina, mentre un vento fortissimo spazzava una giornata da 40 gradi. Il cielo sopra ad Atene si è fatto scuro. È così che ha preso fuoco — nella notte tra lunedì e martedì — questa porzione di Attica tra Penteli, sobborgo di Atene, Mati e Rafina. Una catastrofe che ha lasciato senza possibilit­à di scampo turisti e villeggian­ti, molti bambini. Almeno 74 i morti accertati, ma i soccorrito­ri temono che si arrivi a oltre cento: decine e decine i dispersi, intere famiglie scomparse. Si parla di almeno 500 feriti. Centinaia di persone sotto choc.

Consuelo, 24enne di Madrid, ha il mascara sceso fin sulla guancia dalle lacrime. Guarda nel vuoto e scuote la testa: «Avevamo visto le fiamme sulla collina. Ma non ci eravamo allarmate. Non pensavamo potessero scendere verso la spiaggia come un fiume di lava. Si sa che il fuoco va verso l’alto, no?», racconta sotto i rami neri di un ulivo incenerito, mentre prova a chiamare in ospedale un’amica ustionata. Invece a Mati, le fiamme sono arrivate verso il basso velocissim­e. E hanno preso tutto. Le villette basse, i ristoranti, le auto. Il panico ha fatto il resto. In centinaia si sono messi in macchina per scappare contempora­neamente. Mentre le fiamme scendevano. Ma le strade erano bloccate.

La trappola delle strade bloccate

Josè è in canotta e ha ancora la cenere addosso, mentre racconta inferocito: «Li ho visti io, due ragazzi, davanti a me, sono scesi dalla macchina e sono scappati a piedi. Non hanno lasciato nemmeno le chiavi. Io e altre persone abbiamo provato a spostare quell’auto. Ma non ce l’abbiamo fatta. Dietro erano tutti bloccati. Famiglie con bambini. Poi io ho preso mia moglie per mano e sono corso via sulla spiaggia. Ma da lontano ho visto le fiamme venire dalla strada, le macchine hanno cominciato a prendere fuoco, tanti sono morti così».

C’è stato persino chi, scappando, nelle forti correnti, è affogato. Un’imbarcazio­ne si è rovesciata e due stranieri, forse polacchi, sono annegati. Almeno cinque salme, fra cui bambini, sono state recuperate dalla Guardia costiera nelle ultime 48 ore. «Non dimentiche­rò mai un uomo che è andato a fondo accanto a me senza che potessi fare nulla per salvarlo», racconta un uomo, ancora sconvolto.

Nel cielo vanno e vengono i canadair che tentano di spegnere del tutto gli ultimi focolai. Due dovrebbero arrivare oggi dall’italia. La Grecia ha chiesto aiuto e da tutta l’europa sono arrivate offerte. Ieri sera preoccupav­a la zona delle raffinerie di Atene. Tutta la notte si sono concentrat­i lì gli sforzi per evitare che le fiamme potessero lambirle. Mentre gli ospedali si affollavan­o di feriti, ustionati, persone con problemi respirator­i e sindromi da schiacciam­ento. Commosso il premier Alexis Tsipras in tv: «Siamo in lutto, una tragedia indicibile».

L’ipotesi di un’azione criminale

Scenari da guerra che hanno alimentato sospetti su una presunta regia di questi strani fuochi simultanei. Il governo non parla ufficialme­nte di incendi dolosi. Tsipras si è limitato a dire: «Stiamo facendo tutto il possibile per fermare gli incendi. Ma sono preoccupat­o perché gli incendi sono scoppiati sia ad est che a ovest di Atene». Ma la gente sì ne parla. Ne è convinto Nikolas: «Certo che sono roghi dolosi. Come può prendere fuoco tutta la Grecia nello stesso momento? Non si vedeva un incendio come questo da più di 200 anni». Lui, come molti altri ancora sconvolti dalla «catastrofe», ha anche un movente politico possibile: «Sono gli speculator­i edilizi. I nemici di Tsipras che appoggiano l’opposizion­e. Hanno aspettato il momento per lui più delicato, ad agosto stava per finire il periodo nero e lo hanno colpito al cuore», dice con aria sicura. Kostantino, suo cognato, annuisce: «Adesso è facile dire che è stato incapace. Ma nemmeno la Merkel avrebbe potuto fare niente».

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Una casa minacciata delle fiamme alte metri e alimentate dal forte vento a Kineta, vicino ad Atene
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