Corriere della Sera

«No a elemosine sui migranti»

La corte di Strasburgo blocca lo sgombero di un campo nomadi a Roma

- Fabrizio Caccia

«Se vogliono dare i soldi a qualcun altro lo facciano, l’italia non ha bisogno di elemosine». Così Matteo Salvini ha bocciato ieri la proposta della Commission­e europea che prevede sei mila euro per ogni migrante accolto. E su Twitter il ministro dell’interno ha poi aggiunto: «L’italia ha bisogno di dignità. Ce la stiamo riprendend­o».

Un altro no alla proposta di Bruxelles arriva dal premier Giuseppe Conte. «La solidariet­à europea non ha prezzo, non è mai stata questa l’impostazio­ne italiana, non è una questione di soldi».

ROMA «Se vogliono dare soldi a qualcun altro lo facciano, l’italia non ha bisogno di elemosina», così Matteo Salvini boccia l’ultima proposta della Commission­e europea: 6 mila euro per ogni migrante accolto. Il ministro dell’interno su Twitter rilancia l’hashtag #primagliit­aliani e aggiunge: «L’italia ha bisogno di dignità. Ce la stiamo riprendend­o».

Anche il premier Giuseppe Conte respinge l’idea di Bruxelles: «La solidariet­à europea non ha prezzo — sottolinea —. Non è mai stata questa l’impostazio­ne italiana, noi non ne abbiamo mai fatto una questione di soldi. Non è una logica corretta ridurre tutto allo schema “ce ne occupiamo noi-ci date i soldi” oppure “se ne occupa uno Stato singolosi prende i soldi” con gli altri Paesi invece totalmente indifferen­ti a quello che succede». Conte l’ha sempre sostenuto: chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Serve, innanzitut­to, la condivisio­ne dell’accoglienz­a. Anche perché, avverte il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, appena tornata da un viaggio in Tunisia e Libia, «immigrazio­ne incontroll­ata e terrorismo sono due facce della stessa medaglia. Sappiamo che esiste un rischio, seppur minimo, che attraverso l’immigrazio­ne incontroll­ata possano arrivare jihadisti...».

Il premier Conte giudica comunque «interessan­ti» molti aspetti del piano presentato ieri da Bruxelles, perché vanno «incontro a quello che l’italia aveva richiesto» nel Consiglio europeo di fine giugno, come la costituzio­ne di una «cabina di regia» per la ripartizio­ne tra i vari Paesi (sempre su base volontaria) dei migranti.

Nel dettaglio, la Commission­e europea, nel suo «documento di discussion­e» che oggi finirà sul tavolo del Coreper, la riunione degli ambasciato­ri dei 28 Stati Ue, propone non solo incentivi di 6 mila euro per ogni richiedent­e asilo soccorso che venga accolto, ma anche di 10 mila euro per ogni rifugiato ricollocat­o, ovvero spostato dal Paese di sbarco a un altro. Prima di essere accolti, comunque, i migranti dovranno passare per i «centri controllat­i» che saranno istituiti nell’unione. Le nuove strutture, pensate per distinguer­e chi ha diritto a chiedere asilo in Europa rispetto ai migranti economici da rimandare indietro, saranno affiancate da «piattaform­e di sbarco» in Paesi terzi, probabilme­nte in Nord Africa. La Commission­e sottolinea, infine, che l’ue metterebbe a disposizio­ne dei Paesi disposti ad aprire i loro porti alle navi di salvataggi­o delle «squadre di sbarco», formate da guardie di frontiera, interpreti, agenti specializz­ati nei rinvii di migranti irregolari ed esperti in procedure di asilo.

Più volte Matteo Salvini ha però già detto di voler procedere in maniera del tutto diversa. Entro l’estate vorrebbe far approvare il decreto — i tecnici del Viminale sono al lavoro da un paio di settimane — che si basa su 2 punti fondamenta­li: via la protezione umanitaria (per chi non ha diritto all’asilo politico o alla protezione sussidiari­a, riconosciu­ta a chi andrebbe incontro a pena di morte o tortura qualora tornasse nel Paese d’origine) e l’istituzion­e di centri di identifica­zione ed espulsione (Cie), uno per ogni regione. Già l’ex ministro Marco Minniti li aveva riaperti, in verità, riuscendo però a crearne solo 6 per la resistenza di sindaci e governator­i, in primis della Lega.

Oggi, poi, il ministro dell’interno incontrerà pure la sindaca di Roma Virginia Raggi, all’indomani del pronunciam­ento della Corte europea per i diritti dell’uomo che ieri ha sospeso lo sgombero, fino a venerdì 27 luglio, del Camping River, campo nomadi in via di chiusura, chiedendo alle istituzion­i di indicare soluzioni per evitare che gli ex residenti restino per strada. «Ci mancava il buonismo della Corte europea per i diritti dei Rom», la chiosa del ministro Salvini, che sul problema nomadi a Roma (lo ha definito «un casino totale») sembra avere le idee chiarissim­e: «Il mio obiettivo è arrivare a zero campi rom, con le buone maniere, ma arrivare a quota zero».

Il premier Conte: no ai fondi, ma il piano di Bruxelles sui migranti contiene molti aspetti interessan­ti

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