Minisci: evitato un danno, ascolti utili per cercare le prove
«Il nostro grido d’allarme è andato a buon fine, ora si tratta di fare uno sforzo in più», dice il presidente dell’anm Francesco Minisci, critico, fin dal principio, sulle nuove norme sulle intercettazioni.
Qual è questo sforzo?
«Si tratta di ripensare complessivamente il mezzo intercettazioni».
Teme che il problema non sia risolto?
«La questione non è risolta, in effetti, anche se siamo soddisfatti di questo slittamento, era quello che chiedevamo».
Ai primi di maggio, appena formato il nuovo esecutivo, lei aveva detto: «Mancano le strutture per farla funzionare e nel merito è una riforma che non porta benefici, solo danni alle indagini».
Conferma quanto detto?
«Completamente. Non solo questa riforma non avrebbe tutelato la privacy e violato i diritti della difesa ma anche peggio...».
Ossia?
«Avrebbe danneggiato le indagini. Non dimentichiamo che le intercettazioni si sono rivelate uno strumento di ricerca della prova, soprattutto nelle indagini contro la corruzione e contro la criminalità organizzata».
Il ministro Bonafede commenta: «Abbiamo tolto le mani della vecchia politica dalle intercettazioni». È d’accordo?
«Noi facciamo solo una considerazione tecnica, i commenti politici non spettano a noi».
La norma non tutelava la riservatezza E violava i diritti della difesa