«È mia». «No» La stanza che divide i sottosegretari
Una lite al Viminale per ottenere l’ufficio più bello e spazioso. I protagonisti non sono i vecchi dinosauri della politica ma le nuove leve del M5S. Da giorni, forse settimane, duellano a più non posso due pezzi da novanta della galassia pentastellata. Da una parte Carlo Sibilia, grillino della prima ora, membro del primissimo direttorio, oggi sottosegretario dell’interno, famoso ai più per «lo sbarco sulla luna era una farsa». Dall’altra, Luigi Gaetti, già consigliere comunale con la Lega, poi senatore con il Movimento, che ha ottenuto la deroga per il terzo mandato anche lui al Viminale in qualità di sottosegretario. Oggetto della contesa: la stanza in cui oggi risiede Sibilia. «Io voglio la tua», si sarebbe sfogato Gaetti. E l’altro: «Non esiste». Ecco, è andata più o meno così. Gaetti infatti preferirebbe risiedere nella stanza del collega «Carlo». E perché? Perché accanto alla porta di Sibilia c’è una stanza utilizzata per i colloqui con i testimoni di giustizia. E di conseguenza quest’ultima è assai frequentata da Gaetti in virtù della delega all’antimafia che gli è stata assegnata. Allora, venerdì 20 luglio, il sottosegretario mantovano accompagnato dal suo capo segreteria cerca di riconquistare spazio. Avrebbe prima bussato alla porta di Sibilia e poi sarebbe entrato in un momento in cui il collega avellinese era assente. L’iniziativa di Gaetti è giunta alle orecchie di Sibilia, il quale per scongiurare altri blitz ha risposto con una circolare ben definita emanata lunedì 23 luglio in cui si è così premurato di comunicare che «a partire dalle ore 13.30 data odierna ogni accesso di personale estraneo agli stretti componenti di segreteria dell’ufficio del sottosegretario di Stato, on. dott. Carlo Sibilia, ai luoghi e agli spazi ad esso pertinenti dovrà avvenire solo, ed esclusivamente, su autorizzazione espressa dello stesso sottosegretario. Senza eccezione alcuna...». Sibilia preferisce non commentare: «La saluto, buon lavoro». Mentre Gaetti prova a chiarire: «Non c’è alcuno scontro tra me e Sibilia. E io non ho occupato alcuna stanza. Non desidero quella del collega ma soltanto gli uffici per la mia segreteria. Voglio lavorare. Tutto qui...».