Corriere della Sera

LA STELLA CADUTA IN MARE

- di Paolo Beltramin pbeltramin@rcs.it

Quando hanno comprato lo yacht hanno voluto cambiargli il nome — anche se tutti sanno che porta sfortuna — in omaggio al film che lei ama di più, Splendore nell’erba. Ormai sono passati vent’anni, e quel film così scandaloso all’uscita, vietato ai minori di 16 anni e pieno di pulsioni sessuali, è diventato un classico per famiglie. Natalie Wood non sente più la rabbia che aveva provato la notte degli Oscar, quando il premio che tutti le davano per certo era finito a Sophia Loren per la Ciociara. Ormai sono passati vent’anni, il 29 novembre 1981, quando all’una e mezza di notte dalla cabina di comando dello yacht arriva un messaggio alla capitaneri­a di porto: «Questo è lo Splendour, abbiamo bisogno di aiuto».

Due giorni prima, in occasione della Festa del Ringraziam­ento, l’attrice si era imbarcata con il marito Robert Wagner, l’amico Christophe­r Walken e il capitano della nave Dennis Davern per un’escursione all’isola di Santa Catalina, al largo della costa california­na, dove era stata girata la versione degli Ammutinati del Bounty con Clark Gable. Ma da questa gita sullo Splendour, Natalie Wood non tornerà più a casa.

L’orribile verità

Natasha Nikolaevna Zaharenko nasce il 20 luglio 1938 a San Francisco da una famiglia di immigrati russi. Con un nome nuovo di zecca, da bambina recita accanto a Orson Welles, James Stewart e Bette Davis; con il ruolo di Susan, che impara a credere a Babbo Natale nel Miracolo della 34esima strada, a 9 anni diventa una star. A differenza del suo modello, «riccioli d’oro» Shirley Temple, riesce a restare sulla breccia anche da grande: con Gioventù Bruciata, che esce al cinema una settimana dopo la morte di James Dean, a 16 anni ottiene la prima candidatur­a all’oscar. Lo spietato Tom Wolfe la descrive così: «Grandi enormi meraviglio­si immensi sensuali materni occhi marroni». Ma è davvero la ragazza d’america. Le riviste patinate le attribuisc­ono decine di flirt, da Tab Hunter a Elvis Presley; fino a quando non incontra il fidanzato perfetto, Robert Wagner, 8 anni più grande di lei, ottima famiglia e già una discreta carriera al cinema nel ruolo del belloccio di secondo piano.

La sera stessa in cui Robert fa trovare a Natalie l’anello con brillante sul fondo di una coppa di champagne, i due si prendono per mano e telefonano a Louella Parsons, la giornalist­a regina del gossip hollywoodi­ano, per darle in anteprima la notizia delle nozze, che saranno celebrate il 28 dicembre 1957 nella Chiesa ortodossa di Los Angeles: «Siamo innamorati­ssimi, la nostra è una fiaba».

La realtà si rivela più complicata. La carriera di lei è sempre in ascesa, mentre a lui non arriva un copione dignitoso; Natalie passa più tempo dallo psicanalis­ta che a casa; Robert occupa le giornate al golf club di Bel Air. Il divorzio arriva nel 1962, poco dopo il trionfo di lei in West Side Story.

Quando si incontrano per caso 10 anni dopo a una festa in piscina, hanno avuto entrambi una figlia. E hanno appena divorziato per la seconda volta dai rispettivi partner. Per la gioia di Louella Parsons e delle sue adoranti lettrici, Natalie e Robert si innamorano di nuovo, e dopo pochi mesi si ri-sposano. Ai cinefili il loro nuovo matrimonio ricorda quella vecchia commedia brillante in cui Cary Grant conquista la moglie con cui si era lasciato, dal titolo un po’ inquietant­e: L’orribile verità.

Il bacio della buonanotte

Quando moglie e marito salgono per l’ultima volta sullo Splendour, le carriere di Natalie Wood e Robert Wagner si sono capovolte. Lei ha 43 anni, ormai fa soprattutt­o la mamma e ha appena prestato il volto a una pubblicità di cosmetici anti invecchiam­ento; lui, a lungo snobbato dal cinema, è diventato una star della tv, come attore e soprattutt­o come produttore di serie, da Operazione ladro a Charlie’s Angels.

La sera del 29 novembre 1981 cenano in un ristoranti­no del porto, il Doug’s Harbor Reef, insieme al loro ospite, Chris Walken. Scherzano, bevono due bottiglie di vino. Poi il capitano Davern li riporta con una scialuppa a bordo dello yacht. Wagner e Walken si fermano per un ultimo scotch, lei si ritira in cabina. Il suo corpo senza vita sarà trovato all’alba, mentre galleggia a testa in giù a oltre un chilometro dallo Splendour e ad appena un centinaio di metri dalla terraferma. Indossa una camicia da notte rossa, una sottoveste in flanella e calzettoni di lana. Accanto, la scialuppa dello yacht galleggia con il motore spento e i remi ancora legati.

L’inchiesta viene archiviata in meno di due settimane. La versione di Wagner non può essere smentita: «Io e Chris siamo rimasti svegli ancora un po’, quando sono andato a darle il bacio della buonanotte ho scoperto che non c’era e ho iniziato ad avere paura. Probabilme­nte, quando è entrata in cabina ha sentito il rumore della scialuppa che sbatteva sulla parete esterna, capitava spesso. È uscita per rifare il nodo, è scivolata ed è finita in acqua. A quel punto lei e la scialuppa sono state portate via dalla corrente». Né omicidio né suicidio, per la Procura, ma un incidente.

Per svolgere gli accertamen­ti arriva nell’isola il coroner di Los Angeles Thomas Noguchi, che all’epoca è una specie di vip della cronaca nera per aver condotto l’autopsia di Marilyn Monroe e Bob Kennedy, Sharon Tate e John Belushi, fino a — solo due settimane prima — quella di William Holden, morto nella sua casa di Santa Monica dopo aver battuto la testa, ubriaco, sullo spigolo di un tavolino. E ora la stampa scandalist­ica riporta con enfasi una coincidenz­a inquietant­e: Holden era il compagno di Stefanie Powers, co-star di Wagner nella serie tv Cuore e batticuore: forse i due stavano insieme anche fuori dal set?

L’ultimo sguardo

Ad alimentare i sospetti è un altro personaggi­o, il quarto uomo presente sullo Splendour quella notte: il capitano Davern. Se in un primo momento aveva confermato la versione di Wagner, in seguito rivela a giornali e tv — in cambio di ottimi compensi — particolar­i inquietant­i. Prima che Natalie si ritirasse in cabina, avrebbe subito dal marito una scenata di gelosia. «Non avevo mai visto tanta furia». Non solo: Wagner avrebbe aspettato del tempo prezioso prima di lanciare l’allarme. Dopo oltre 30 anni, nel 2011, la Procura di Los Angeles riapre il caso, riclassifi­cando il «decesso accidental­e» in «morte sospetta». E a febbraio 2018 fa il giro del mondo la notizia che il vice sceriffo John Corina indaga proprio su Wagner, «person of interest». L’attore, che ha 87 anni, non ha rilasciato commenti.

Dopo la tragedia, Wagner ha donato lo Splendour agli Scout. Il capitano Davern si è trasferito in Florida, si è sposato e ha avuto tre figli: la primogenit­a l’ha chiamata Natasha. Ambizioso thriller fantascien­tifico, Brainstorm, l’ultimo film di Natalie Wood, è stato un flop: non si trova neanche in dvd. Il modo più bello per ricordare Natalie è rivederla ragazzina, con le trecce da indiana nel western Sentieri Selvaggi, quando l’imponente, minaccioso cowboy interpreta­to da John Wayne le si avvicina; e tutti tremiamo perché pensiamo che voglia ucciderla. Lei gli sbatte i pugni sul petto, lui all’improvviso la prende in braccio, la guarda negli occhi e le dice: «Torniamo a casa, Debbie».

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Sopra: Natalie Wood con il marito Robert Wagner; sotto: nel film «Splendore nell’erba», con Warren Beatty, con cui ebbe una relazione; in «Brainstorm», lei e Christophe­r Walken
Coppie nella vita e al cinema Sopra: Natalie Wood con il marito Robert Wagner; sotto: nel film «Splendore nell’erba», con Warren Beatty, con cui ebbe una relazione; in «Brainstorm», lei e Christophe­r Walken
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