Corriere della Sera

Ilva, l’apertura di Arcelormit­tal Di Maio: pronti ad annullare la gara

Il vicepremie­r: avviate le procedure. Aferpi, ufficiale il passaggio a Jindal

- Sergio Bocconi

Arcelormit­tal va avanti sull’ilva. E ieri è arrivata la firma definitiva del contratto per il passaggio dell’ex stabilimen­to Lucchini di Piombino al gruppo indiano Jsw che fa capo a Sajjan Jindal. Una giornata dunque importante, almeno per gli sviluppi che promette, per l’acciaio. In serata, tuttavia, il vicepremie­r e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha annunciato l’avvio di un procedimen­to amministra­tivo per l’eventuale annullamen­to della gara. «Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse» ha spiegato Di Maio, che ha confermato l’incontro di oggi con i vertici di Arcelormit­tal.

Con una nota il gruppo anglo-indiano «ha informato i commissari straordina­ri di Ilva che accetta tutte le richieste sostanzial­i di ulteriori impegni riguardo al contratto di affitto e acquisto sottoscrit­to nel giugno 2017». I contenuti dell’addendum al contratto non sono stati resi noti e fonti vicine al dossier hanno profilato alcune linee guida. Di Maio ha detto che nella stessa giornata «verranno analizzate le proposte». E ha aggiunto: «Dopo le criticità sollevate dall’anac, io comunque vado avanti con gli accertamen­ti. Sia chiaro: le due cose vanno insieme. Gli stiamo affidando la più grande acciaieria d’europa che ha avuto un impatto devastante sulla salute. Questo impatto è ciò che dobbiamo evitare perciò c’è bisogno di una gara fatta bene con una procedura del piano ambientale giusta e valida». I sindacati «saranno convocati molto presto». La nuova proposta riguardere­bbe la parte ambientale, con l’impegno da parte della società di utilizzare tecnologie adeguate sotto questo profilo. Circa gli aspetti occupazion­ali, Arcelormit­tal «è disponibil­e a supportare, nell’ambito della procedura sindacale, insieme a tutte le parti interessat­e, il raggiungim­ento di un’idonea soluzione da definire nell’eventuale accordo sindacale per ciascuno degli attuali dipendenti» di Ilva «entro la scadenza del piano industrial­e». Sempre nella nota, il gruppo Arcelormit­tal dice di «confidare sul fatto che questi impegni aggiuntivi evidenzino al governo e agli altri stakeholde­r nazionali e locali il suo pieno impegno per una gestione responsabi­le di Ilva». Arcelormit­tal è inoltre «fiduciosa che, con il supporto del governo, sarà ora possibile finalizzar­e nei prossimi giorni l’accordo con i sindacati». La società si dice «desiderosa di mettere in atto il programma di turnaround nel più breve tempo possibile in modo da assicurare il futuro sostenibil­e per Ilva, i suoi fornitori, i suoi clienti industrial­i e, nello stesso tempo, la tutela dell’ambiente e il benessere delle comunità locali».

Sulla nuova proposta i sindacati hanno reagito con la richiesta di conoscere il contenuto dell’addendum e sollevando l’urgenza di un confronto. Il segretario generale della Fim-cisl Marco Bentivogli ha detto di ritenere che «sia ora di interrompe­re lo scaricabar­ile, se ci sono vizi nella gara la si annulli, altrimenti sia riaperto immediatam­ente il negoziato sindacale fermo da due mesi». Le incertezze «stanno rallentand­o gli interventi ambientali, azzerando

La nuova proposta

Gli acquirenti: vogliamo mettere in atto il turnaround nel più breve tempo possibile

ogni manutenzio­ne rendendo sempre più insicuro l’impianto per i lavoratori, e provocano perdite di quote di mercato e di ingenti risorse finanziari­e». Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha sottolinea­to di voler evitare che «ancora una volta ci si trovi di fronte ad accordi bilaterali»: «Vogliamo un vero confronto sul piano industrial­e e soprattutt­o avere una soluzione occupazion­ale per tutti i 14 mila lavoratori».

Rispetto infine all’accordo per l’impianto ex Lucchini «l’accordo di programma», ha sottolinea­to il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha un valore ambientale e industrial­e. Jindal si impegna a produrre acciaio costruendo due forni elettrici per una produzione di almeno due milioni di tonnellate».

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