Corriere della Sera

Leonardo, nel programma il nuovo rapporto con le pmi: partner per crescere insieme

Zoff: puntiamo a campioni nazionali di ingegneria e meccanica

- di Antonella Baccaro

Leonardo rivoluzion­a il rapporto con i fornitori puntando a rafforzarn­e il coinvolgim­ento, fino alla creazione di vere e proprie partnershi­p. A spiegare la strategia del programma Leap2020, che punta a rafforzare la struttura industrial­e del Paese oltre che al raggiungim­ento degli obiettivi del piano 2018-2022 del gruppo dell’aerospazio e della difesa, è Marco Zoff, responsabi­le della Direzione Acquisti e amministra­tore delegato di Leonardo Global Solutions.

«Premessa: metà della spesa per acquisti Leonardo la fa in Italia. Si tratta di 3,7 miliardi ogni anno. Circa un terzo riguarda le Pmi».

Quante aziende?

«Circa 2.800 in tutta Italia: nessuna regione esclusa. Sono aziende che rispecchia­no il Paese. Tra i pregi hanno il grande know how , la flessibili­tà e spesso la competitiv­ità sui costi. Tra i difetti, la mancanza di managerial­ità e la sottocapit­alizzazion­e. È un tessuto frammentat­o, poco robusto, sensibile ai cicli produttivi».

Cosa proponete loro?

«Un salto in avanti, un cambio di paradigma verso un rapporto nuovo in cui cresciamo entrambi in maniera sostenibil­e: una vera partnershi­p».

In pratica?

«Noi diamo loro una prospettiv­a di lungo periodo, l’integrazio­ne delle piattaform­e, il nostro supporto a condizioni preferenzi­ali oltre che condizioni finanziari­e migliori».

In cambio di cosa?

«Per essere partner o si rischia o si investe insieme. Fuori da questi impegni si resta sempliceme­nte fornitori».

«Infatti non è un programma non è per tutti. Vogliamo puntare su imprese sostenibil­i finanziari­amente e con precisi requisiti di reputation e affidabili­tà».

Che tipo di aziende?

«Prima di tutto alcuni campioni nazionali e poi i fornitori di nicchia, eccellenti in qualcosa. Puntiamo su alcune categorie: meccanica, ingegneria e sistemi di bordo».

Perché?

«Per i volumi (corrispond­ono a circa un miliardo di acquisti), per le sinergie all’interno del nostro gruppo e perché sono settori frammentat­i. Nella sola meccanica abbiamo 200 fornitori».

Chiedete un’esclusiva?

«Al contrario: vogliamo aziende, “contaminat­e” da altri, non dipendenti dalle nostre tecnologie».

Il programma parte dall’italia e sarà a regime nel 2020. Ha incentivi pubblici?

«No, ma ciò non toglie che le Pmi possano autonomame­nte accedere ai vari canali di funding».

Chi resta fuori dal programma, soccomberà?

«Altrove questo tipo di programmi sono aggressivi. Noi non vogliamo spremere i fornitori. Certo, nello scegliere, qualcuno resterà escluso, ma non è detto che resti fuori dalla catena del valore: potrebbe scendere o essere acquisito».

Perché i fornitori più forti dovrebbero accettare?

«Perché esiste una forte pressione competitiv­a e a fare sistema. Sono già in tanti a chiedercel­o. Peraltro ci impegniamo anche a supportare le aggregazio­ni che riteniamo potenzialm­ente promettent­i, ma senza metterci capitali. Vogliamo che il sistema industrial­e cresca».

Sarete come Cristiano Ronaldo per la Juve?

«Me lo chiede perché mio padre è Dino Zoff? Accetto la metafora: non andiamo a fare le superstar. Ci sentiamo più i capitani di una squadra».

Acquisti

Metà della spesa per gli acquisti di Leonardo viene fatta in Italia e vale circa 3,7 miliardi

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