Leonardo, nel programma il nuovo rapporto con le pmi: partner per crescere insieme
Zoff: puntiamo a campioni nazionali di ingegneria e meccanica
Leonardo rivoluziona il rapporto con i fornitori puntando a rafforzarne il coinvolgimento, fino alla creazione di vere e proprie partnership. A spiegare la strategia del programma Leap2020, che punta a rafforzare la struttura industriale del Paese oltre che al raggiungimento degli obiettivi del piano 2018-2022 del gruppo dell’aerospazio e della difesa, è Marco Zoff, responsabile della Direzione Acquisti e amministratore delegato di Leonardo Global Solutions.
«Premessa: metà della spesa per acquisti Leonardo la fa in Italia. Si tratta di 3,7 miliardi ogni anno. Circa un terzo riguarda le Pmi».
Quante aziende?
«Circa 2.800 in tutta Italia: nessuna regione esclusa. Sono aziende che rispecchiano il Paese. Tra i pregi hanno il grande know how , la flessibilità e spesso la competitività sui costi. Tra i difetti, la mancanza di managerialità e la sottocapitalizzazione. È un tessuto frammentato, poco robusto, sensibile ai cicli produttivi».
Cosa proponete loro?
«Un salto in avanti, un cambio di paradigma verso un rapporto nuovo in cui cresciamo entrambi in maniera sostenibile: una vera partnership».
In pratica?
«Noi diamo loro una prospettiva di lungo periodo, l’integrazione delle piattaforme, il nostro supporto a condizioni preferenziali oltre che condizioni finanziarie migliori».
In cambio di cosa?
«Per essere partner o si rischia o si investe insieme. Fuori da questi impegni si resta semplicemente fornitori».
«Infatti non è un programma non è per tutti. Vogliamo puntare su imprese sostenibili finanziariamente e con precisi requisiti di reputation e affidabilità».
Che tipo di aziende?
«Prima di tutto alcuni campioni nazionali e poi i fornitori di nicchia, eccellenti in qualcosa. Puntiamo su alcune categorie: meccanica, ingegneria e sistemi di bordo».
Perché?
«Per i volumi (corrispondono a circa un miliardo di acquisti), per le sinergie all’interno del nostro gruppo e perché sono settori frammentati. Nella sola meccanica abbiamo 200 fornitori».
Chiedete un’esclusiva?
«Al contrario: vogliamo aziende, “contaminate” da altri, non dipendenti dalle nostre tecnologie».
Il programma parte dall’italia e sarà a regime nel 2020. Ha incentivi pubblici?
«No, ma ciò non toglie che le Pmi possano autonomamente accedere ai vari canali di funding».
Chi resta fuori dal programma, soccomberà?
«Altrove questo tipo di programmi sono aggressivi. Noi non vogliamo spremere i fornitori. Certo, nello scegliere, qualcuno resterà escluso, ma non è detto che resti fuori dalla catena del valore: potrebbe scendere o essere acquisito».
Perché i fornitori più forti dovrebbero accettare?
«Perché esiste una forte pressione competitiva e a fare sistema. Sono già in tanti a chiedercelo. Peraltro ci impegniamo anche a supportare le aggregazioni che riteniamo potenzialmente promettenti, ma senza metterci capitali. Vogliamo che il sistema industriale cresca».
Sarete come Cristiano Ronaldo per la Juve?
«Me lo chiede perché mio padre è Dino Zoff? Accetto la metafora: non andiamo a fare le superstar. Ci sentiamo più i capitani di una squadra».
Acquisti
Metà della spesa per gli acquisti di Leonardo viene fatta in Italia e vale circa 3,7 miliardi