Corriere della Sera

L’elisir balneare di Michielett­o da non perdere

- Di Enrico Girardi

Se i festival musicali fossero quotati in borsa, quello di Macerata Opera avrebbe probabilme­nte gli indici più in rialzo di ogni altro. Di anno in anno sale infatti la qualità della proposta e il livello della realizzazi­one. Se il «Flauto magico» di Vick è spettacolo importante, infatti, l’edizione dell’«elisir d’amore» curata da Damiano Michielett­o rientra nella sfera del molto carino; anzi, di più, del delizioso. Si tratta di quell’edizione balneare dell’opera buffa di Donizetti varata anni fa a Valencia e che in Italia ha già transitato a Palermo. Ma nell’enorme spazio all’aperto dello Sferisteri­o è più godibile ancora. Si rilegge l’azione sulla spiaggia di un villaggio turistico senza tradire una virgola di quel capolavoro: la comicità, l’ironia, l’autoironia, la punta di malinconia e la cattiveria. E nelle mille trovate il pubblico riconosce un universo così noto da far scattare persino un processo di identifica­zione. Gli applausi sgorgano facili. E sono meritati perché la lettura di Francesco Lanzillott­a è di sicura qualità, i tempi sono spigliati quanto concede lo spazio e il cast è notevole. Tra Mariangela Sicilia, John Osborne, Iurij Samoilov, Alex Esposito e Francesca Benitez è difficile dire chi sia meno centrato come cantante e come attore. Il festival, che prevede il ritorno della «Traviata degli specchi», chiuderà i battenti il 12 agosto. Quest’anno è da non perdere.

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