Corriere della Sera

Il Verdi azzurro «Ora sono pronto a farmi perdonare dai napoletani»

«La città è bellissima, noi puntiamo in alto»

- Monica Scozzafava

Il tormentone sul centravant­i esperto che serve ad Ancelotti, da attaccante (appena arrivato), non è infastidit­o da queste voci?

«No, ma stretto». il 9 me lo tengo

È un numero pesante a Napoli...

«Da Savoldi a Giordano a Higuain: so bene cosa ha rappresent­ato questa maglia per la storia del club, ma sono convinto di poterla onorare al meglio. Ci credo».

Oltre il talento e la faccia pulita di ragazzo per bene e di principi, Simone Verdi ha personalit­à per non sottrarsi alla concorrenz­a che lo aspetta in una squadra di prima fascia. Da Bologna a Napoli il passo non è stato breve (a gennaio aveva rifiutato il trasferime­nto), ma dopo il salto non ha paura del buio. «Ho trovato un gruppo disponibil­e, semplice e accoglient­e. Qui non ci sono primedonne, è stato naturale sentirmi uno di loro da subito».

A gennaio rassicurò Sarri e gli disse: non è lei il motivo del mio rifiuto.

«Fu una telefonata privata e tale resta, ma il mister non mi chiese nulla a riguardo».

Ancelotti pure la chiamò qualche mese dopo, fu lui a convincerl­a?

«Mi disse che avrebbe rispettato la mia decisione, qualunque fosse stata. Fu però una telefonata che difficilme­nte dimentiche­rò. A partire dallo squillo e al suo: ciao, sono Carlo Ancelotti».

Addirittur­a.

«Conosciamo tutti il suo palmarès, sono cresciuto nelle giovanili del Milan e Ancelotti è una specie di icona. Non lo conoscevo, né avevo mai avuto il piacere di sentire la sua voce al telefono. Non sapevo cosa dire, ero intimorito. Lui fu perfetto. Si svelò subito come la persona che poi ho conosciuto a Dimaro: semplice, simpatica, autorevole ma umile nell’approccio. Non è l’allenatore che dice si fa come dico io, sa però bene come farci muovere in campo».

A lei cosa ha chiesto?

«Di stare tra le linee, accentrarm­i e creare gioco. E non solo questo».

Lei ha un vantaggio: è ambidestro.

«Ma le punizioni preferisco batterle con il sinistro».

C’è tanta concorrenz­a dalle sue parti.

«Ci sono anche tante partite, ci sarà spazio per tutti».

Manca il top player alla Ronaldo?

«Lui è un fenomeno, tra i più forti al mondo. In Liga ci ho giocato contro, lo conosco. Il suo arrivo in Italia sposta gli equilibri, anche se quando si cambia campionato non è subito semplice. Ronaldo trova una squadra già forte e in ogni caso non si vince mai da soli».

Ancelotti le ha chiesto anche di cantare, nel giorno del suo compleanno.

d Ancelotti è un’icona per me che sono cresciuto nel Milan Quando mi telefonò non sapevo cosa dire, ero intimorito

«Ha partecipat­o al nostro karaoke, lui sta bene con il gruppo anche quando non siamo in campo. Un aspetto che lo rende speciale, diverso da tanti altri allenatori».

Diverso anche da Sarri, che aveva a Empoli?

«Caratteria­lmente sì, in campo entrambi insegnano calcio ma Ancelotti ha una mentalità più aperta, più espansiva».

A Napoli ha detto prima di no, pentito di non essere arrivato prima?

«Resterò per sempre legato ai tifosi del Bologna, dovevo finire un percorso. Donadoni mi disse: sei uno stupido a non andarci. Ma con la mia fidanzata decidemmo di rinviare».

Aspettava l’inter?

«Sono qui, e questo conta. Da gennaio a giugno sono stato sempre in contatto con il d.s. Cristiano Giuntoli».

Lei era un predestina­to,

Ambidestro Simone Verdi, 26 anni, ha giocato le ultime due stagioni a Bologna segnando 16 gol. Calcia le punizioni sia col destro che col sinistro e vanta 4 presenze in Nazionale (Sabattini/ipp)

che però è esploso tardi.

«Beh, meglio tardi che mai. Sono cresciuto nel Milan, tra tanti grandi campioni. Non ho creduto subito nelle mie potenziali­tà. Ho cominciato a prendere maggiore consapevol­ezza in Spagna».

A Napoli vivrà in centro?

«Sì, tutti dicono sia una città meraviglio­sa, con la mia fidanzata la visiteremo. Sinceramen­te non me l’aspettavo. Da fuori non hai questa percezione di Napoli, sono rimasto sorpreso».

Al San Paolo ha segnato il suo primo gol in serie A, sempre a Napoli è stato fischiato con il Bologna dopo il «rifiuto».

d

A gennaio dissi no al Napoli perché dovevo finire un percorso a Bologna L’inter? Sono qui, questo solo conta

«Esperienze diverse. La prima bellissima, dell’altra ricordo la tensione prima di entrare in campo. Al punto da infortunar­mi. I fischi? Diciamo pure che in quel momento li meritavo».

Dopo è arrivata anche la Nazionale con Mancini.

«Test importante e costruttiv­o per il futuro. Peccato aver perso i Mondiali, l’italia in Russia avrebbe potuto dire la sua».

d L’arrivo di Ronaldo sposta gli equilibri Lui è un fenomeno, nessuno, però, per quanto bravo, può vincere da solo

d

Ho scelto il 9 e lo tengo stretto

Lo so che è il numero di Savoldi, Careca, Higuain, ma saprò come onorare questa maglia

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy