Corriere della Sera

Foconi, l’oro che non ti aspetti: «È il trionfo della pazienza»

Il segreto del nuovo re del fioretto: «È la metafora del gorilla, mi alleno in modo selvaggio»

- Flavio Vanetti

WUXI «Ducketto89». Alessio Foconi da Terni nel mondo dei social si firma così. Ma se mai vorrà modificare la sigla, gli suggeriamo di cambiarla in «Ducketto@medagliado­ro». Il titolo del fioretto è suo, del «giovane veterano» che arriva alla gloria all’alba dei 28 anni «dopo aver preso batoste salutari perché mi hanno fatto maturare»; dello schermidor­e che ha lavorato sulla metafora del gorilla per costruire un’immagine; dell’atleta che ricorda un motore diesel, lento a scaldarsi ma poi redditizio.

La galoppata di Wuxi — terzo oro e quarto podio per l’italia, prima medaglia al maschile — è stata tutta così quando l’asticella s’è alzata e il nemico era feroce, vuoi che fosse scattante come il coreano Heo (colui che ha negato le semifinali a Daniele Garozzo) o potente come il lungagnone Richard Krause, domato in finale. Alessio ha visto scappare il britannico (4-1), ma anziché disarmarsi ha osservato. Quando ha scoperto che il rivale era stanco, ha alzato il ritmo, l’ha acciuffato sul 6-6 e infine gli ha spiegato come si fa con un parziale di 9-2 che vale l’iride — sette anni dopo Andrea Cassarà, ultimo azzurro campione individual­e nell’arma di punta — e la conquista della Coppa del Mondo.

Spietato e inesorabil­e, Alessio: «Kruse si è buttato e mi ha regalato qualche stoccata. Però io ho imparato anche dalle mazzate che mi aveva rifilato a inizio stagione». In quanto appassiona­to di cinema, vorrebbe ambientare quanto ha combinato in uno scenario come la resistenza dei greci alle Termopili. Ma alla vigilia ha visto «Edge of tomorrow», film nel quale gli umani si ingegnano per fermare gli alieni invasori. Può essere che l’abbia ispirato per bloccare gli alieni della pedana.

È il trionfo della pazienza, parola chiave di tutta la vita sportiva di Foconi: «Mi ha dato la tranquilli­tà per impormi qui e per risalire la china in questi anni: nel 2013 ero fuori squadra e ai Giochi di Rio de Janeiro 2016 non c’ero per colpa mia. In Brasile ho però visto l’impresa di Garozzo, un grande amico: ho provato gioia per lui, così come adesso sarà felice per me, pur rosicando, e ho pensato che vincere aiuta a vincere. Ci ho messo testa e lavoro, ce l’ho fatta». Sul piano fisico è diventato un portento («Nessuno è forte quanto Alessio» assicurano il commissari­o tecnico Andrea Cipressa e Annalisa Coltorti, responsabi­le della preparazio­ne atletica), su quello tecnico ha invece svoltato due anni fa. Come? Imitando il gorilla. «È l’immagine di uno stile di vita che seguo con il maestro, Filippo, e con il resto dello staff. Ci alleniamo in modo quasi selvaggio e il segreto è di non preoccupar­si di farsi vedere in un determinat­o modo. Se sei così, vivi e lascia vivere. E se gli altri ti prendono in giro, fatti una risata».

Qui c’è l’«altro» Foconi, non il fiorettist­a lavoratore ma il compagnone che trascina il gruppo con la sua simpatia, con la passione per la pasta alla carbonara («Avverto: abbuffate in arrivo»), con il suo motto («Daje! Anzi, alla ternana: daje mo’!»), con il suo saper stare agli sfottò. In questi giorni l’avevano ribattezza­to «bancomat» perché aveva sempre perso a carte. «Ma con l’oro li ho sbancati io» ridacchia. Nel suo trionfo c’è pure una morale: «Spiega che c’è chi arriva prima e chi arriva dopo: il segreto è non mollare mai». Il ducketto non è più un paperotto. Ora è un re.

 ?? (Afp) ?? Assalto gli anni dall’ultimo trionfo azzurro iridato individual­e nel fioretto: Andrea Cassarà a Catania 2011 Un momento della finale del fioretto tra l’azzurro Alessio Foconi e il britannico Richard Kruse al Mondiale di Wuxi, in Cina
(Afp) Assalto gli anni dall’ultimo trionfo azzurro iridato individual­e nel fioretto: Andrea Cassarà a Catania 2011 Un momento della finale del fioretto tra l’azzurro Alessio Foconi e il britannico Richard Kruse al Mondiale di Wuxi, in Cina

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