Un bonus sulle assunzioni stabili, il governo rilancia dopo gli attacchi
Ma Berlusconi si appella a Salvini: stoppa il decreto. La replica: no, lo miglioriamo
Silvio Berlusconi rivolge un «accorato appello a Matteo Salvini per bloccare» il decreto «Dignità» che, secondo il leader di Forza Italia, è stato «scritto da chi non sa nulla del lavoro ed è destinato a distruggere occupazione». «Non blocco nulla, lavoriamo per migliorarlo», replica il vicepresidente del Consiglio, rispondendo ai giornalisti. Ieri i due leader hanno avuto anche uno scambio di battute alla Camera. «I tuoi stanno tranquilli in Veneto?», ha chiesto Berlusconi riferendosi alla protesta della Confindustria veneta. «Stanno più tranquilli del tranquillo», gli ha risposto serafico Salvini.
Per nulla tranquillo, però, continua ad essere il percorso del decreto. Ieri le commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera, hanno proseguito l’esame del provvedimento tra molte interruzioni. Si sono affrontati i primi articoli. Sulle misure che limitano il ricorso ai contratti a termine la maggioranza ha preparato alcuni emendamenti importanti. Verranno esentati dalle nuove regole (peraltro già in vigore, trattandosi di un decreto legge) i rinnovi dei contratti in corso fino al 30 settembre; l’emendamento passerà, ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio. Che in tv a La7 ha annunciato anche un nuovo bonus sulla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Questo emendamento però è accantonato in attesa di trovare la copertura finanziaria visto che secondo quanto ha detto lo stesso Di Maio costerebbe 300 milioni l’anno. Si tratterà, ha detto, di «un abbattimento fino al 10% sul costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato».
Un altro intoppo c’è stato sulla questione dei voucher. Nella maggioranza è stata raggiunta un’intesa di massima per allargare la possibilità di utilizzarli, in particolare, nel turismo, nelle aziende fino a 8 dipendenti (ora il limite è di 5) ma del solo settore alberghiero. Sulla Lega si scaricano le pressioni del settore che chiede di arrivare alle aziende fino a 10 dipendenti e di coinvolgere anche i pubblici esercizi (bar, ristoranti), per non parlare del pressing del settore agricolo. Ma su questo fronte è arrivato uno stop di Di Maio: «Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle: noi non voteremo nessun emendamento sui voucher che vuole far sfruttare i ragazzi». Non si dovrebbe quindi andare oltre quanto concordato. È passato intanto l’emendamento della maggioranza, spiega il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega), che aumenta dal 20 al 30% dell’organico il tetto per l’utilizzo di lavoratori somministrati e a termine (questi ultimi non potranno superare il 20%): «Un segnale di attenzione verso gli imprenditori», dice Durigon. Passato anche l’aumento dell’indennizzo previsto sui licenziamenti che seguono la procedura della conciliazione: si passerà da 218 mensilità a 3-27. Soddisfatto il Pd, che lo aveva proposto. Le commissioni dovrebbero concludere oggi l’esame del decreto, atteso lunedì in aula alla Camera. Respinto, infine, l’emendamento Epifani col quale Leu aveva sfidato Di Maio a reintrodurre l’articolo 18 sui licenziamenti.