Corriere della Sera

Un bonus sulle assunzioni stabili, il governo rilancia dopo gli attacchi

Ma Berlusconi si appella a Salvini: stoppa il decreto. La replica: no, lo miglioriam­o

- Enrico Marro

Silvio Berlusconi rivolge un «accorato appello a Matteo Salvini per bloccare» il decreto «Dignità» che, secondo il leader di Forza Italia, è stato «scritto da chi non sa nulla del lavoro ed è destinato a distrugger­e occupazion­e». «Non blocco nulla, lavoriamo per migliorarl­o», replica il vicepresid­ente del Consiglio, rispondend­o ai giornalist­i. Ieri i due leader hanno avuto anche uno scambio di battute alla Camera. «I tuoi stanno tranquilli in Veneto?», ha chiesto Berlusconi riferendos­i alla protesta della Confindust­ria veneta. «Stanno più tranquilli del tranquillo», gli ha risposto serafico Salvini.

Per nulla tranquillo, però, continua ad essere il percorso del decreto. Ieri le commission­i riunite Lavoro e Finanze della Camera, hanno proseguito l’esame del provvedime­nto tra molte interruzio­ni. Si sono affrontati i primi articoli. Sulle misure che limitano il ricorso ai contratti a termine la maggioranz­a ha preparato alcuni emendament­i importanti. Verranno esentati dalle nuove regole (peraltro già in vigore, trattandos­i di un decreto legge) i rinnovi dei contratti in corso fino al 30 settembre; l’emendament­o passerà, ha assicurato il vicepremie­r Luigi Di Maio. Che in tv a La7 ha annunciato anche un nuovo bonus sulla trasformaz­ione dei contratti a termine in contratti a tempo indetermin­ato. Questo emendament­o però è accantonat­o in attesa di trovare la copertura finanziari­a visto che secondo quanto ha detto lo stesso Di Maio costerebbe 300 milioni l’anno. Si tratterà, ha detto, di «un abbattimen­to fino al 10% sul costo del lavoro per chi assume a tempo indetermin­ato».

Un altro intoppo c’è stato sulla questione dei voucher. Nella maggioranz­a è stata raggiunta un’intesa di massima per allargare la possibilit­à di utilizzarl­i, in particolar­e, nel turismo, nelle aziende fino a 8 dipendenti (ora il limite è di 5) ma del solo settore alberghier­o. Sulla Lega si scaricano le pressioni del settore che chiede di arrivare alle aziende fino a 10 dipendenti e di coinvolger­e anche i pubblici esercizi (bar, ristoranti), per non parlare del pressing del settore agricolo. Ma su questo fronte è arrivato uno stop di Di Maio: «Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle: noi non voteremo nessun emendament­o sui voucher che vuole far sfruttare i ragazzi». Non si dovrebbe quindi andare oltre quanto concordato. È passato intanto l’emendament­o della maggioranz­a, spiega il sottosegre­tario al Lavoro Claudio Durigon (Lega), che aumenta dal 20 al 30% dell’organico il tetto per l’utilizzo di lavoratori somministr­ati e a termine (questi ultimi non potranno superare il 20%): «Un segnale di attenzione verso gli imprendito­ri», dice Durigon. Passato anche l’aumento dell’indennizzo previsto sui licenziame­nti che seguono la procedura della conciliazi­one: si passerà da 218 mensilità a 3-27. Soddisfatt­o il Pd, che lo aveva proposto. Le commission­i dovrebbero concludere oggi l’esame del decreto, atteso lunedì in aula alla Camera. Respinto, infine, l’emendament­o Epifani col quale Leu aveva sfidato Di Maio a reintrodur­re l’articolo 18 sui licenziame­nti.

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