Atalanta, 5 minuti maledetti: ora l’europa è a rischio
Nel preliminare col Sarajevo, bergamaschi raggiunti sul 2-2. Giovedì il ritorno in Bosnia
REGGIO EMILIA L’atalanta per 67 minuti ha guardato verso Nord, verso l’islanda dell’hafnarfjordur che ha impattato in Israele per 1-1 con l’hapoel Haifa mettendo un piede e mezzo nel terzo turno preliminare di Europa League; lo stesso che avevano i nerazzurri dopo aver dominato per un tempo e mezzo il Sarajevo: 2-0 al minuto 67, diventato 2-2 al minuto 72 e che non cambierà più fino alla fine del match. Un risultato che complica, e non di poco, il ritorno. Un risultato, soprattutto, inspiegabile se si eliminano quei trecento secondi, cinque minuti maledetti. Perché per il resto della sfida l’atalanta ha dominato, mostrando una condizione fisica superiore alle attese. Soprattutto nel primo tempo, quando là davanti ha giocato con un’intensità settembrina, complice la leggerezza del tridente composto da D’alessandro, Barrow e Gomez. E ha dimostrato, al terzo anno di gestione Gasperini, di aver digerito completamente il modo di giocare iper offensivo del tecnico.
Nei primi 45 minuti i bergamaschi vanno sul 2-0 con le reti di Toloi e Mancini, nate da calci da fermo. E hanno almeno altre tre occasioni per arrotondare e mettere in ghiaccio la qualificazione con Gomez, Hateboer e de Roon. Possibilità che continuano anche nella ripresa, ma che non si concretizzano. E il Sarajevo? Poco più di uno sparring partner. Ma il tecnico Musemic aveva avvertito tutti: «Giocheremo raccolti per colpire in contropiede». Eccome se i bosniaci colpiscono. Sfruttando due svarioni difensivi nerazzurri, riequilibrano il match con le stoccate di Handzic e Sisic. Il Mapei si ammutolisce. I padroni di casa si riversano in attacco ma l’unodue ospite ha lasciato il segno. In Bosnia, tra sei giorni, servirà un’atalanta in versione Liverpool (5-1 all’everton dell’anno scorso...) per andare oltre la beffa di ieri sera.