Corriere della Sera

La battaglia per il Giotto

La tavola comprata nel 1990 per 3.500 sterline e spedita a Londra, ora vale 10 milioni

- di Pierluigi Panza

Battaglia legale per riportare in Italia una tavola attribuita a Giotto. Questa Madonna con bambino era stata acquistata in un’asta a Firenze per 3.500 sterline. La si credeva una copia.

Una tavola attribuita a Giotto (1267-1337) è al centro di una bagarre internazio­nale. Alcuni giorni fa la proprietar­ia dell’opera, la collezioni­sta Kathleen Simonis, ha perso la battaglia legale per esportare il dipinto dall’inghilterr­a, dove si trova, alla Svizzera. Simonis aveva chiesto nel 2015 una licenza di esportazio­ne europea all’art Council England («Ace») per spostare la tavola nel Freeport di Zurigo, un deposito esentasse controllat­o dal discusso intermedia­rio Yves Bouvier. Ciò avrebbe favorito la vendita della tavola. Ma il 23 luglio, alla High Court di Londra, il giudice ha accolto la decisione dell’ace di non concedere tale licenza sostenendo che la tavola non è stato spedita legalmente dall’italia al Regno Unito nel 2007.

Simonis, mamma del mercante d’arte Fabrizio Moretti (con galleria a Londra) acquistò questa Madonna con Bambino in un’asta a Firenze nel 1990 come tavola di «artista sconosciut­o del XIX secolo» (la si credeva una copia) per un corrispett­ivo di 3.500 sterline. Che Moretti acquisti per valorizzar­e e rivendere lo ha affermato lui stesso in una intervista al Corriere del maggio 2010. Tempo dopo l’acquisto, la tavola viene infatti restaurata e cambia attribuzio­ne: diventa di Giotto o «scuola di Giotto». Cambia data e diventa del 1297. E cambia, naturalmen­te, valore: 10 milioni di sterline.

La proprietà inizia a richiedere licenze di esportazio­ne e ottiene un certificat­o dall’ufficio esportazio­ne di Roma nel 1999, che autorizza il trasferime­nto dell’opera in altro Paese Ue per una finestra quinquenna­le. Ma il ministero dei Beni culturali subito si pente e nel 2000 annulla tutte le precedenti licenze poiché, con la attribuzio­ne a Giotto, il lavoro «diventava un’altra opera d’arte» e scatta la tutela. La Simonis impugna questo decreto e il Tar del Lazio le dà ragione. Nel 2004 il ministero emana un successivo decreto con lo stesso effetto e il Tar, di nuovo, lo annulla il 9 febbraio del 2007.

Cinque giorni dopo, Simonis compra un volo British Airways, mette la tavola in valigia e vola a Londra, dove vive il figlio, senza avvertire le autorità italiane. L’anno successivo, però, il Consiglio di Stato annulla l’ordinanza del Tar del 2007 ritenendo legittimo il decreto del 2004, quindi rivorrebbe l’opera nel Belpaese.

La controvers­ia è massima. L’avvocato inglese del ministero, Ben Jaffey, sostiene che la sola licenza di esportazio­ne ottenuta da Simonis è quella del 1999 e durava cinque anni, e quindi era già scaduta nel 2004. Un legale della Simonis, Aidan O’neill, sostiene che

Decreti e ricorsi Il nostro ministero ha provato a bloccare l’esportazio­ne, ma il Tar ha dato ragione alla proprietar­ia, che ora vuole trasferire l’opera a Zurigo

esiste il diritto di trasferire un oggetto di proprietà da uno stato dell’ue all’altro.

Questo è il punto dirimente poiché l’ Ace ha bloccato la licenza di esportazio­ne in Svizzera asserendo che «il dipinto non è stato inviato legalmente e definitiva­mente dall’italia». Secondo l’ace spetta al ministero italiano decidere se concedere una licenza di esportazio­ne in Svizzera. Per Daniel Mcclean, avvocato della proprietar­ia, l’esportazio­ne nel 2007 del dipinto potrebbe presentare un «difetto tecnico» solo per la legge italiana e si appellerà perché «le leggi italiane sono incompatib­ili con le norme Ue sulla libera circolazio­ne delle merci».

Yves Bouvier, invece, a cui è riconducib­ile il Freeport di Zurigo, fu portato in tribunale dal penultimo proprietar­io del Salvator Mundi attribuito a Leonardo, il russo (proprietar­io della squadra di calcio del Monaco), Dmitrij Rybolovlev. Bouvier era suo intermedia­rio e acquistò l’opera 80 milioni di dollari rivendendo­gliela pochi giorni dopo per 127. A oggi, sembra più facile quadrare la celebre «O di Giotto» che venire a capo della Madonna con Bambino.

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La Madonna con bambino
 ??  ?? L’operaA sinistra, la tavola attribuita a Giotto, «Madonna con Bambino», comprata nel 1990 dalla collezioni­sta Kathleen Simonis per 3.500 sterline: ne vale 10 milioni
L’operaA sinistra, la tavola attribuita a Giotto, «Madonna con Bambino», comprata nel 1990 dalla collezioni­sta Kathleen Simonis per 3.500 sterline: ne vale 10 milioni

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