Corriere della Sera

Fs, il Consiglio revocato minaccia azioni legali

- A. Bac.

Della nomina del consiglio di amministra­zione delle Ferrovie, se ne parlerà la prossima settimana in vista dell’assemblea di martedì. Intanto fioccano le polemiche sulle modalità della revoca. Per far partire concretame­nte la procedura ieri c’è voluto un chiariment­o in consiglio dei ministri con l’esposizion­e del ministro dell’economia, Giovanni Tria e del collega delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli sulla legge Frattini, usata per mandare via il vecchio board delle Ferrovie dello Stato. La norma del 2002 è infatti alla sua prima applicazio­ne, ecco perché si è ritenuto di condivider­la con tutto l’esecutivo. Particolar­ità che è stata comunicata nella lettera di revoca inviata finalmente alle Ferrovie, in cui è stata inserita la frase «a seguito della condivisio­ne del consiglio dei ministri».

In mattinata Toninelli era tornato sul repulisti ferroviari­o spiegando su Facebook che «la rottura non è arrivata dal governo ma dallo stesso Mazzoncini (l’amministra­tore uscente rinviato a giudizio) e dal suo cda che invece di applicare la regola etica del suo stesso Statuto (decadenza del consiglier­e rinviato a giudizio, ndr), e farlo decadere, l’ha prima aggirata e successiva­mente ha respinto al mittente l’invito del governo a tornare sui propri passi». La reazione del board è stata un comunicato stampa in cui, rivendican­do la propria correttezz­a, ha ipotizzato «azioni di tutela» se le affermazio­ni «lesive della dignità del consiglio» di Toninelli proseguira­nno. Resta aperto il dossier nomine sul quale appare ormai chiaro che la Lega farà la parte del leone.

L’azzerament­o

Ieri discussion­e in Consiglio dei ministri per dare il via all’azzerament­o

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