Corriere della Sera

L’ad esperto di tv e stimato da M5S

- P.CO.

Il mondo televisivo italiano, anche per i riflessi condiziona­ti dalla politica, quando parla dei protagonis­ti ama le demonizzaz­ioni o le improvvise santificaz­ioni, soprattutt­o dei nuovi potenti. Ma raccoglier­e pareri su Fabrizio Salini significa sentirsi ripetere «è un tipo normale». Per esempio: impossibil­e trovare tracce di una sua sfuriata, nelle tappe del suo curriculum. Meno che mai di cene «alla romana» con i politici: anche se sembra sicura una reciproca simpatia col mondo M5S per la comune distanza dagli schemi tradiziona­li. Proprio per questo identikit, dice in area Sky chi ha lavorato con lui, sembra quasi impossibil­e pensarlo al timone di viale Mazzini. Non per la competenza, perché quella c’è, ma per una «normalità» da non-leader carismatic­o. «La

La Rai è colma di risorse. Il mio compito sarà valorizzar­le

Fabrizio Salini Ad Rai

Rai è una grande azienda colma di personalit­à, di creatività e di risorse. Il mio compito sarà quello di valorizzar­le tutte», il suo primo commento.

Fabrizio Salini, 51 anni, romano sa bene cosa sia la tv dei nostri tempi. Dal 2003 al 2011 è stato vice president di Fox Internatio­nal Channels Italy. È sua l’idea di puntare su «Lost» e «Desperated Housewifes». Nel 2011 il passaggio a Sky Italia. Nel 2012 nuovo passaggio ai vertici di Switchover Media e nel 2014 è ad di Fox Internatio­nal Channels Italy. Dal novembre 2015 al giugno 2017 è direttore de La 7. Dal gennaio 2018 è direttore generale di Stand By Me, la società di produzione tv fondata nel 2010 e guidata da Simona Ercolani.

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