Corriere della Sera

Tav, lite tra Lega e M5S. Conte: non ho deciso

Salvini: si va avanti. La spinta di Toninelli per bloccare i lavori. Palazzo Chigi nega che il dossier sia già sul tavolo

- Marco Galluzzo

A Palazzo Chigi dicono che il presidente del Consiglio non si è mai occupato del caso, che il futuro della Tav, il collegamen­to ferroviari­o fra Torino e Lione, oggetto di ben 5 trattati fra Roma e Parigi, ratificato dal Parlamento italiano, non è mai stato discusso in modo collegiale e approfondi­to dalla maggioranz­a, e che dunque sono infondate, anzi «inventate», le indiscrezi­oni che vorrebbero il premier sul punto di abbandonar­e ufficialme­nte il progetto, sulla spinta politica dei 5 Stelle.

Eppure è bastato che queste indiscrezi­oni venissero pubblicate per produrre decine e decine di reazioni. Matteo Salvini ha schierato la Lega a favore del progetto: «Bisogna andare avanti non indietro, stiamo ragionando sui costi e sui benefici, ma se serve agli italiani si deve fare». Gli industrial­i del Piemonte parlano di «irresponsa­bilità» dell’esecutivo, per il solo fatto che l’eventualit­à venga presa in consideraz­ione. Lo stesso fanno i costruttor­i dell’ance, e a loro si accodano Forza Italia, Fratelli d’italia, il Pd, partiti che negli anni hanno contribuit­o a firmare gli accordi con la Francia.

Di sicuro finora c’è solo un’istruttori­a preventiva del ministro competente, Danilo Toninelli, che ha puntato l’indice contro un progetto che a suo dire è quantomeno squilibrat­o, di sicuro «per la suddivisio­ne dei costi fra Italia e Francia». Il contratto di governo siglato da Lega e Cinque Stelle mette sì all’indice il progetto, che fa parte di una serie di corridoi ad alta velocità ferroviari progettati sotto la supervisio­ne dell’ue, ma non parla di blocco, bensì di «impegno a ridiscuter­e interament­e il progetto». Per bloccarlo, cosa mai successa nella storia italiana a proposito di un trattato internazio­nale, ci vorrebbe una nuova legge del Parlamento e dunque una maggioranz­a.

Ma al momento la distanza fra i Cinque Stelle e la Lega appare incolmabil­e, per il partito di Salvini infatti l’opera resta strategica. Secondo le indiscrezi­oni esisterebb­e un dossier dei 5 Stelle sul contraccol­po elettorale, per il M5S, di un «sì del governo alla Tav». Dal governo smentiscon­o così: «Nessuna decisione è stata ancora presa e soprattutt­o non ci sono state valutazion­i». Ci sono poi i fronti francese e europeo di cui il governo, in caso di stop ai cantieri, dovrà tener conto, consideran­do finanziame­nti da restituire e penali da pagare.

«La Lione-torino è un progetto importante non solo per la Francia e per l’italia ma per tutta l’europa, ed è importante che tutte le parti mantengano gli impegni», avverte la Commission­e Ue.

Reazioni anche dalla Francia: «Siamo desolati che un progetto di questa portata si cancelli per consideraz­ioni puramente politiche», sottolinea il Comitato Transalpin­o, dando al governo un avvertimen­to: abbandonar­e il progetto «costerà tanti, tanti soldi che dovranno essere sborsati senza nulla in cambio».

Il problema è che il movimento di Beppe Grillo ha costruito parte del suo consenso sulla contrariet­à al progetto. «La questione non è sul tavolo, sono tranquilli­ssimo», dichiara il vicepremie­r Luigi Di Maio. Mentre alla Farnesina dicono in modo esplicito: «Il blocco dell’opera significhe­rebbe rompere le relazioni diplomatic­he con la Francia».

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Per la Farnesina l’alt all’opera vorrebbe dire rompere le relazioni con la Francia

La Lionetorin­o è un progetto importante non solo per la Francia e per l’italia, ma per tutta l’europa. È importante mantenere gli impegni

L’unione Europea

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