Tav, lite tra Lega e M5S. Conte: non ho deciso
Salvini: si va avanti. La spinta di Toninelli per bloccare i lavori. Palazzo Chigi nega che il dossier sia già sul tavolo
A Palazzo Chigi dicono che il presidente del Consiglio non si è mai occupato del caso, che il futuro della Tav, il collegamento ferroviario fra Torino e Lione, oggetto di ben 5 trattati fra Roma e Parigi, ratificato dal Parlamento italiano, non è mai stato discusso in modo collegiale e approfondito dalla maggioranza, e che dunque sono infondate, anzi «inventate», le indiscrezioni che vorrebbero il premier sul punto di abbandonare ufficialmente il progetto, sulla spinta politica dei 5 Stelle.
Eppure è bastato che queste indiscrezioni venissero pubblicate per produrre decine e decine di reazioni. Matteo Salvini ha schierato la Lega a favore del progetto: «Bisogna andare avanti non indietro, stiamo ragionando sui costi e sui benefici, ma se serve agli italiani si deve fare». Gli industriali del Piemonte parlano di «irresponsabilità» dell’esecutivo, per il solo fatto che l’eventualità venga presa in considerazione. Lo stesso fanno i costruttori dell’ance, e a loro si accodano Forza Italia, Fratelli d’italia, il Pd, partiti che negli anni hanno contribuito a firmare gli accordi con la Francia.
Di sicuro finora c’è solo un’istruttoria preventiva del ministro competente, Danilo Toninelli, che ha puntato l’indice contro un progetto che a suo dire è quantomeno squilibrato, di sicuro «per la suddivisione dei costi fra Italia e Francia». Il contratto di governo siglato da Lega e Cinque Stelle mette sì all’indice il progetto, che fa parte di una serie di corridoi ad alta velocità ferroviari progettati sotto la supervisione dell’ue, ma non parla di blocco, bensì di «impegno a ridiscutere interamente il progetto». Per bloccarlo, cosa mai successa nella storia italiana a proposito di un trattato internazionale, ci vorrebbe una nuova legge del Parlamento e dunque una maggioranza.
Ma al momento la distanza fra i Cinque Stelle e la Lega appare incolmabile, per il partito di Salvini infatti l’opera resta strategica. Secondo le indiscrezioni esisterebbe un dossier dei 5 Stelle sul contraccolpo elettorale, per il M5S, di un «sì del governo alla Tav». Dal governo smentiscono così: «Nessuna decisione è stata ancora presa e soprattutto non ci sono state valutazioni». Ci sono poi i fronti francese e europeo di cui il governo, in caso di stop ai cantieri, dovrà tener conto, considerando finanziamenti da restituire e penali da pagare.
«La Lione-torino è un progetto importante non solo per la Francia e per l’italia ma per tutta l’europa, ed è importante che tutte le parti mantengano gli impegni», avverte la Commissione Ue.
Reazioni anche dalla Francia: «Siamo desolati che un progetto di questa portata si cancelli per considerazioni puramente politiche», sottolinea il Comitato Transalpino, dando al governo un avvertimento: abbandonare il progetto «costerà tanti, tanti soldi che dovranno essere sborsati senza nulla in cambio».
Il problema è che il movimento di Beppe Grillo ha costruito parte del suo consenso sulla contrarietà al progetto. «La questione non è sul tavolo, sono tranquillissimo», dichiara il vicepremier Luigi Di Maio. Mentre alla Farnesina dicono in modo esplicito: «Il blocco dell’opera significherebbe rompere le relazioni diplomatiche con la Francia».
La ricaduta con Parigi
Per la Farnesina l’alt all’opera vorrebbe dire rompere le relazioni con la Francia
La Lionetorino è un progetto importante non solo per la Francia e per l’italia, ma per tutta l’europa. È importante mantenere gli impegni
L’unione Europea