Corriere della Sera

«La democrazia ormai è superata» E Grillo rilancia il voto sull’euro

Il fondatore M5S propone l’estrazione per i parlamenta­ri. L’attacco di Pd e FI

- Giuseppe Alberto Falci

ROMA Prima Davide Casaleggio, poi Beppe Grillo. Per il figlio di Gianrobert­o e per il fondatore dei 5 Stelle la democrazia è uno strumento superato. È trascorsa solo una settimana da quando Casaleggio junior si era espresso così: «Il superament­o della democrazia rappresent­ativa è inevitabil­e». Passano quindi pochi giorni e tocca a «Beppe» rompere il tabù ed archiviare con un tratto di penna il concetto di democrazia rappresent­ativa e di conseguenz­a l’assemblea elettiva. Con una parola il Parlamento, così come lo si è inteso fino a oggi.

Incalzato dal giornalist­a Ian Bremmer per la trasmissio­ne americana Gzeroworld, Grillo, in polo bianca e pantalone blu, risponde da una terrazza. Pochi istanti e si lascia andare: «Dobbiamo capire che la democrazia è superata». Il ragionamen­to del fondatore del M5S segue la stessa direttrice di Casaleggio jr: «Che cos’è la democrazia quando meno del 50% va a votare? Se prendi il 30% del 50%, hai preso il 15%. Oggi sono le minoranze che gestiscono i Paesi». Per l’ex comico quindi occorre sostituire la democrazia «con qualcos’altro, magari con un’estrazione casuale». Grillo si spinge oltre ed evoca una delle due Camere del Parlamento eletta casualment­e. Ovvero? «In maniera proporzion­ata per età, sesso, reddito, del Sud, del Nord, cosicché queste persone rappresent­ino veramente il Paese».

Non è dato sapere come andrà a finire. Di certo, Grillo è in vena. Nella lunga intervista, infatti, non esclude una consultazi­one sull’uscita dall’euro. «Sarò sempre a favore di un referendum. Il referendum è uno strumento. Il metodo più democratic­o

d Spero che sulla moneta il governo lo smentisca Se verrà creduto sui mercati lo spread tornerà a ballare e tutti pagheremo il conto M. Renzi

che conosco è avere un referendum online, su tutti gli argomenti». Tra le righe Grillo ripropone il famoso piano B, evocato in più occasioni dal ministro degli Affari europei Paolo Savona. «Il referendum — osserva — è un modo per iniziare una conversazi­one su un ipotetico piano B. Cioè noi non abbiamo un piano B, in caso succedesse qualcosa. Oggi da un momento all’altro cambia tutto, lo abbiamo detto prima, basta un tweet dall’altra parte del mondo per trasformar­e la politica economica di una nazione. Devi avere un piano B. Sono sicuro che la Germania e la Francia hanno un piano B. Non dico di lasciare l’euro così, ma di lasciar decidere al popolo italiano con un referendum».

L’intervista scatena l’immediata reazione delle opposizion­e che non gradiscono in particolar­e le parole sulla democrazia e il Parlamento. Dura la vice presidente della Camera Mara Carfagna (FI): «La delegittim­azione colpisce chi è alla guida delle istituzion­i, dunque Beppe Grillo colpisce il suo partito e chi lo rappresent­a». Mentre per il Pd interviene Matteo Renzi: «Il governo lo smentisca presto. Perché se i mercati gli credono, lo spread torna a ballare e il conto lo paghiamo tutti. Il comico è milionario, non ha niente da temere».

La sintonia Dopo Casaleggio, anche il garante 5 Stelle torna sul tema: vota meno del 50%, cambiamo sistema

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L’intervista Il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, 70 anni, si sottopone all’intervista realizzata da Ian Bremmer, per la trasmissio­ne americana Gzeroworld

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