Corriere della Sera

«Trump sapeva dell’incontro con i russi»

Nuovo affondo dell’ex legale, spina nel fianco del presidente. La difesa: falso, prova a tirarsi fuori dai guai

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE (Reuters/j. Ernst) G. Sar.

L’uomo più insidioso per Donald Trump ora è Michael Cohen, 51 anni, l’ex avvocato di fiducia del tycoon che arrivò a dichiarare: «Sono pronto a prendermi una pallottola per lui». Ieri, invece, Cohen ha assestato un altro colpo all’ex boss, raccontand­o alla Cnn: l’allora candidato del partito repubblica­no aveva saputo in anticipo dell’incontro alla Trump Tower con l’avvocata russa Natalia Veselnitsk­aya. Era il 9 giugno 2016, in piena campagna elettorale. Il primogenit­o del costruttor­e newyorkese, Donald Trump jr, aveva organizzat­o una riunione con Natalia, una figura ambigua che aveva promesso «materiale compromett­ente» su Hillary Clinton. All’incontro partecipar­ono tra gli altri Jared Kushner, genero del presidente, e lo stesso Cohen. Non ne venne fuori nulla. Trump ieri ha ripetuto la sua versione, in un tweet: «Non ero a conoscenza del meeting organizzat­o da Don jr».

Adesso il suo ex legale lo smentisce pubblicame­nte. È un altro segnale d’allarme per la Casa Bianca. L’fbi sta indagando sulle operazioni condotte da Cohen per sistemare gli intrallazz­i sessuali di Trump. Nell’autunno del 2016, a ridosso delle elezioni, versò un assegno di 150 mila dollari all’ex modella di Playboy, Karen Mcdougal. E pochi giorni fa la Cnn ha mandato in onda la registrazi­one del colloquio tra Trump e Cohen: co«stormy Ex legale Michael Cohen, 51 anni, con il presidente Usa Donald Trump, 72 me pagare la donna, «in contanti» o «con un assegno»? Non è un caso isolato, secondo l’avvocato Michael Avenatti che assiste Stephanie Clifford, pornostar nota con il nome di Daniels». Anche lei sarebbe stata tacitata con un assegno da 130 mila dollari, versato da Cohen. «E ci sono altre tre donne nella stessa situazione», ha avvertito Avenatti.

Ma Michael Cohen, l’ex «pitbull di The Donald», compare anche nelle mappe di Robert Mueller, il super procurator­e che sta indagando sul Russiagate, l’ipotesi di collusione tra il clan Trump e il Cremlino. Gli investigat­ori stanno verificand­o la natura dei rapporti intrecciat­i da Cohen in Russia. Nell’ottobre 2015, quando il suo capo era già in pista nelle primarie repubblica­ne, entrò in contatto con Felix Sater, uomo d’affari collegato al Cremlino. Cohen discusse con lui il progetto, poi fallito, di costruire una Trump Tower a Mosca. Inoltre Mueller vuole capire perché Cohen, nel 2016, volò a Praga per incontrare Konstantin Kosachev, presidente del Comitato degli Affari esteri del Senato russo.

La pressione di Mueller deve aver indotto Cohen a collaborar­e. Trump cerca di screditarl­o, sempre via Twitter: «Mi sembra che qualcuno stia cercando di inventare delle storie per tirarsi fuori dai guai». Il presidente chiama in causa anche Bill e Hillary Clinton: «(Cohen ndr) ha preso anche il legale di Bill e della corrotta Hillary. Mi domando se non siano stati loro a suggerirgl­i questa scelta!».

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