Corriere della Sera

Ventimigli­a, minorenni costrette a prostituir­si per emigrare

- Simone Disegni

Dietro l’odissea dei flussi migratori si nasconde, in troppi casi, anche il dramma dello sfruttamen­to sessuale. Sotto i nostri occhi, all’interno dei confini italiani. È la denuncia dell’associazio­ne Save the Children, contenuta nel rapporto «Piccoli schiavi invisibili» pubblicato ieri.

I volontari parlano di survival sex, la mercificaz­ione del proprio corpo per far fronte a un bisogno estremo di sopravvive­nza. Ad essere costrette a ricorrere a questa tragica arma sono soprattutt­o giovani donne provenient­i dai Paesi del Corno d’africa o dell’africa sub-sahariana: in molti casi minorenni. Indotte da passeurs disposti a tutto a prostituir­si in cambio dell’ultimo viaggio che le porti fuori dal nostro Paese, verso il Nord Europa, o sempliceme­nte di cibo o di un posto dove dormire. «Private della possibilit­à di percorrere vie sicure e legali — denuncia l’ong — queste ragazze sole sono esposte a gravissimi rischi di abuso e sfruttamen­to».

Una tratta che avviene lontano dagli occhi dello Stato, ma in pieno territorio italiano. Come al confine ligure con la Francia. «Ventimigli­a è stata ed è tutt’ora non solo tappa per la continuazi­one del viaggio e dello sfruttamen­to, ma anche città di reclutamen­to di donne magari fino ad allora non sfruttate», denuncia un’altra associazio­ne dedita all’accoglienz­a, Intersos, che punta il dito contro lo Stato: «il fenomeno è radicato ed è ampiamente noto alle autorità competenti».

Sfuggito dai radar dell’attenzione pubblica, il tema della prostituzi­one minorile resta quanto mai attuale anche lontano dalle zone di confine. Ad esserne vittima — riporta sempre nel dossier Save the Children — sono soprattutt­o ragazze rumene e nigeriane, spesso indotte dai propri sfruttator­i a dichiarars­i maggiorenn­i al momento dello sbarco in Italia, sfuggendo così al sistema di protezione previsto per i minori. Un modo per ripagare i debiti contratti per giungere nel nostro Paese, che per le giovani nigeriane ammontano a cifre tra 20 e 50 mila euro.

Un ricatto implicito che riguarda anche i minori stranieri ridotti in stato di semi-schiavitù: costretti a lavorare in condizioni massacrant­i per 2 o 3 euro l’ora per ripagare i debiti. Una piaga quasi del tutto sommersa, considerat­o che i casi accertati di lavoro minorile in Italia nel 2017 sono stati «appena» 220.

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