Corriere della Sera

«Ho imparato a difendermi. Grazie fratello mio»

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Vorrei ricordare mio fratello Elio attraverso un episodio di quando eravamo entrambi bambini. Erano i primi anni Settanta, la nostra famiglia si era da poco trasferita a Milano da Pozzuoli ed io e i miei fratelli avevamo cominciato a frequentar­e quotidiana­mente l’oratorio della Basilica di S.ambrogio, dopo la scuola. Purtroppo ben presto venni preso di mira da un bulletto che non perdeva occasione per buttarmi a terra e picchiarmi. Io non riuscivo a reagire, avevo paura e, dopo qualche tempo, stanco di subire, ne parlai con mio fratello Elio sperando che mi avrebbe dato un aiuto materiale per risolvere la questione. Ma lui non si intromise. Voleva che fossi io a reagire e a farmi rispettare. Inizialmen­te ne rimasi deluso, ma poi mi resi conto che non mi aveva lasciato solo con questo problema, anzi, mi incitava e mi consigliav­a. Insomma mi stava trasmetten­do la forza di farmi valere contro le ingiustizi­e e di non soccombere. La sua convinzion­e e determinaz­ione mi diedero la spinta e il coraggio per reagire. Affrontai il bulletto con tale forza e decisione che non si permise mai più di disturbarm­i e io avevo acquisito coraggio e autostima. E tutto questo me lo aveva trasmesso mio fratello. Io e Elio avevamo solo pochi anni di differenza, ma questo suo comportame­nto aveva dimostrato il suo carattere e la sua saggezza e aveva cambiato qualcosa in me in positivo. Lo considerav­o il mio eroe!

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