Corriere della Sera

«Qui ogni stanza sa di musica»

L’ex manager discografi­co Massimo Bonelli e le memorabili­a delle rockstar (sopra i piatti della moglie cuoca)

- Melisa Garzonio

Milano d’estate. Una strada privata a fondo cieco, tanti fiori e verde spontaneo che sembra di essere in campagna, l’asfalto bruciante di via Washington alle spalle. I Bonelli abitano al terzo piano di un condominio green, con i terrazzi e le finestre affacciate su un cortile, le camere del riposo, due, piccole e ombrose, la cucina, in questo caso il cuore della casa, tutta bianca e luminosa, profumata e sonora, sopra il microonde sprigionan­o ritmo due cover di Mauro Balletti con Mina che sembra dondolare il suo treccione color mandarino: «Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti». «Metto sempre “Il cielo in una stanza” quando cucino», dice Ivana Masiero mentre traffica con perizia di kamikaze tra le lame della sua collezione di coltelli. «Sarà una deformazio­ne profession­ale, ma io li adoro, per ora ne ho raccolti solo una ventina. Massimo lo sa» ride. Massimo Bonelli, che è «il compagno, che poi è anche mio marito, «mi costruisce la colonna sonora per ogni piatto», aggiunge Ivana. Una casa che abbraccia chi ci entra, dove si sente musica anche se nessuno strumento la sta suonando.

È un appartamen­to piccolo, raccolto intorno a un salotto centrale diviso da un paravento in bambù, dominato da una libreria bianca e bombata che sembra un’astronave (ispirata al rock psichedeli­co di David Bowie?), appesi al soffitto quattro battelli in legno, coloratiss­imi. Alcuni dei tanti souvenir che i Bonelli portano a casa dai loro frequenti viaggi in Brasile, dove vivono le due figlie di lui, Paola col piccolo Marley tra le dune di Jericoacoa­ra, Carolina nella Valle do Capao (Bahia) con Marceu e Kiran. Mobili e fantasie d’arredo sono tutte di Enea Bracciali, amico e rigattiere estroso con bottega in corso Lodi, a Milano; sua è anche la libreria nello studio.

«La storia della musica è tutta qui, in questi libri e in questi dischi», spiega Bonelli, una vita da dirigente tra la Emy e la Sony, segnata da incontri memorabili: Bob Dylan, Bruce Springstee­n, compresa

d Ascolto dischi e scrivo libri. Ma non mi ispiro senza il profumo dei cibi di Ivana

la rockstar Cindy Lauper e ancora, i Pink Floyd e i Pearl Jam, «il mese scorso a Padova, ho riabbracci­ato Eddie Vedder, il loro leader; era a corto di voce, ma il carisma ha tenuto al tempo», ricorda commosso. Ma l’incontro che potremmo definire fatale? «È stato quello con Michael Jackson, quando venne in Italia negli anni ‘90 a ricevere il Disco d’oro». Michael, il Peter Pan, l’alter ego di Massimo bambino, che all’immenso Jackson ha dedicato anche un libro «La vera fiaba di Emjay» (Lupetti editore), un racconto in bilico tra la fantasia e la realtà. «Il nostro folletto aveva due doni unici: cantava come un usignolo e danzava come una farfalla. Non avete mai visto danzare una farfalla?».

Cambiamo stanza, le pareti, alcune bianche, altre, come la camera da letto, vistosamen­te ripassate in blu, altre ancora tatuate di rosa shocking, sono affollate di ricordi di viaggio,

Anche Leonard Cohen e Bob Dylan hanno lasciato un ricordo. «Mi servono, queste memorie, per dare anima al mio mondo virtuale, il mondo della musica oggi non è più speciale». «E adesso tutti in tavola», Ivana ci invita ad accomodarc­i sotto il berceau di gelsomini. Arrivano le portate, adagiate su porcellane tonde, bianche e nere: tagliata di salmone con marinata all’aceto di riso e limoni di Sicilia, gamberi al vapore con maionese al wasabi e pomodori cavallucci marini e meduse in ceramica, scatolette di corno e vecchio avorio, stuoie dagli infiniti colori sulla ceramica fresca lavorata a cotto. Dipinti e curiosità di diversi artisti sono dappertutt­o: Marco Lodola, Mauro Balletti, Stefano Bressani, Ettore Rossi, Matteo Guarnaccia, Carlo Montana, autore, tra l’altro, dei ritratti dei Fab Four appesi sopra la testata del matrimonia­le, e altri compagni di avventura nel mondo dell’arte. Pachino, capesante con crema di fave e crumble di pane. «Ascolto musica e scrivo libri, ma senza il profumo dei suoi cibi, manco di ispirazion­e», dice lui. E lei precisa: «È un menù fresco. Ho voluto chiamarlo “Contaminaz­ioni nipposicul­e”. In questo periodo in cui si respinge l’ignoto “straniero”, mi piace proporre un menù con sapori che vengano da paesi diversi e lontani».

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A sinistra, Il discografi­co e scrittore Massimo Bonelli nella sua casa milanese. Ha in mano il dirigibile giallo dei Beatles di Stefano Bressani; dietro, la lingua dei Rolling Stones di Carlo Montana. Qui accanto i «pass» dei...
Gli oggetti preferiti A sinistra, Il discografi­co e scrittore Massimo Bonelli nella sua casa milanese. Ha in mano il dirigibile giallo dei Beatles di Stefano Bressani; dietro, la lingua dei Rolling Stones di Carlo Montana. Qui accanto i «pass» dei...
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I pupazzetti dei Beatles che Bonelli ha ricevuto in regalo dall’artista pop Pietro Pierbò
I «Fab Four» I pupazzetti dei Beatles che Bonelli ha ricevuto in regalo dall’artista pop Pietro Pierbò

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