«Salviamo il cibo italiano». La crociata di Donpasta, dj filosofo
Nel suo docufilm I villani storie e volti di produttori: «Basta piatti surgelati, stiamo perdendo le nostre radici»
Quattro storie per raccontare morte e rinascita della cucina italiana. Un viaggio da Nord a Sud, tra uomini e donne che coltivano, pescano, allevano e cucinano come mezzo secolo fa, salvaguardando involontariamente il «vero» sapore del cibo, fatto di biodiversità e tecniche antiche. «Il docufilm I Villani attraversa la giornata, dall’alba al tramonto, di persone comuni che hanno scelto di sfuggire alle logiche moderne coltivando, ad esempio, varietà di semi autoctoni (e non quelli che “impone” la globalizzazione), impedendo così l’uniformarsi del gusto e la perdita della nostra storia» racconta Daniele De Michele alias Donpasta, 44 anni, l’attivista e dj, celebrato anche dal New York Times, che da più di vent’anni gira il mondo mixando musica e cultura (gastronomica). Il docufilm I Villani — di cui ha seguito la regia, scritto il soggetto e curato la sceneggiatura insieme al regista Andrea Segre — con la voce narrante del vignaiolo dell’oltrepò Lino Maga, antesignano dei vini naturali, sarà presentato in anteprima a Venezia a settembre come evento speciale delle «Giornate degli Autori», per poi arrivare nelle sale. E sarà un viaggio alla scoperta di persone che hanno scelto di vivere controtendenza. «Perché per mangiar bene bisogna rispettare i tempi della cucina, le stagioni, la terra e il mare, tutto ciò che la modernità non fa più», spiega Donpasta. C’è Totò, 27 anni, contadino siciliano che raccoglie i limoni e suona gli stornelli in dialetto imparati dal nonno. Ci sono Modesto e sua figlia Brenda, 40 e 18 anni, che in Campania allevano animali e producono il provolone con tecniche tradizionali. E ancora Luigina, 60 anni, che in Trentino raccoglie erbe selvatiche da vendere al mercato. E poi Santino e Michele, 50enni pescatori e allevatori di cozze a Taranto. Storie che De Michele ha scovato negli anni di lavoro che hanno portato al libro Artusi remix (Mondadori, 2014): una raccolta di ricette popolari, quelle delle nonne, che si stanno perdendo sostituite da sughi pronti e piatti surgelati. «La cucina italiana è amata nel mondo perché chi la assaggia capisce subito che nasconde un patrimonio. E I Villani — prodotto da Malìa e Rai Cinema — è un grido d’aiuto per salvaguardarlo».