Il segreto di Giulio il perfetto nel romanzo de «la Lettura»
Nel supplemento, ampliato, la nuova sezione Universi si occupa delle origini dell’homo sapiens Silvia Avallone scrive la seconda puntata della storia a staffetta
Domande che sorprendono e invitano alla riflessione; interrogativi che spiazzano e spingono a saperne di più; quesiti che ne generano di nuovi, sempre diversi e sempre stimolanti. È quello che dovrebbe fare un inserto culturale, è quello che fa «la Lettura» #348, in edicola fino a sabato 4 agosto. Il supplemento del «Corriere» — che prevede un acquisto facoltativo (a un euro) e resta in edicola per sette giorni — a partire dallo scorso numero è cresciuto come numero di pagine e come ventaglio di argomenti trattati, con nuove sezioni (di scienza e narrazioni) e più spazio all’arte e agli spettacoli dal vivo.
Prosegue il romanzo collettivo
Tra le proposte de «la Lettura» rinnovata accolte con maggior curiosità ed entusiasmo dal pubblico c’è il romanzo a staffetta, una narrazione affidata a otto scrittori italiani di primo piano. Dopo l’esordio a firma di Sandro Veronesi, il testimone passa a Silvia Avallone. L’autrice di Acciao (Rizzoli, 2010, premio Campiello Opera Prima 2010) e di Da dove la vita è perfetta (Rizzoli, 2017) ha sviluppato la storia iniziata dal collega: da qui i primi interrogativi. Che succederà nella seconda puntata alla famiglia dell’infermiere Umberto? Come si svilupperanno le relazioni tra i protagonisti?
Senza svelare troppo, possiamo dire che l’attenzione di Avallone si concentra sul secondogenito della famiglia, Giulio. All’apparenza è il figlio perfetto, bravo, serio e con senso di responsabilità; è fidanzato con una ragazza di buona famiglia; ha un destino già scritto, ma nasconde un segreto…
Il romanzo collettivo è collocato nelle pagine centrali del supplemento che possono, volendo, essere agevolmente asportate e conservate a parte; ogni puntata è illustrata con l’opera di un artista: dopo Mimmo Palladino è ora la volta Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore premiato con il Leone d’oro alla Carriera a Venezia. Gli autori delle prossime puntate sono Marco Missiroli, Fabio Genovesi, Emanuele Trevi, Teresa Ciabatti, Mauro Covacich e, per finire, il 9 settembre, Maurizio de Giovanni.
I nostri antenati
L’homo sapiens arriva dall’asia? È la domanda, quasi una provocazione, che apre «Universi», la nuova sezione tematica orientata verso le scienze de «la Lettura» che approfondisce in questo numero argomenti legati a biologia, astronomia, matematica e fisica. Delle origini della nostra specie scrive Claudio Tuniz, scienziato del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste.
Se la tesi più accreditata resta quella secondo cui la specie umana arriva dall’africa, alcuni recenti ritrovamenti e scoperte dimostrano che i nostri antenati occupavano territori dell’attuale Cina ben prima di quanto si pensasse. Altre risposte per chiarire la nostra storia possono arrivare dall’esame dei denti della specie dell’uomo di Pechino. Scrive Tuniz: «I denti sono reperti preziosi non solo perché si conservano attraverso le ere geologiche, ma anche perché forniscono informazioni critiche sull’evoluzione umana». Occorrono ancora tempo e analisi approfondite per scoprire se davvero alcuni nostri lontani parenti arrivavano (anche) dall’oriente.
La sezione ospita, tra gli altri, un intervento di Giuseppe Remuzzi, riguardo un nuovo gene associato all’altezza; e uno di Stefano Gattei, che traccia la biografia dell’elio, gas incolore e insapore di cui ricorrono i 150 anni dalla scoperta, avvenuta durante un’eclissi totale di sole; l’elio è anche l’elemento chimico più diffuso nell’universo dopo l’idrogeno.
Gli scatti di Phil Stern
Aveva poco più di vent’anni Phil Stern quando si arruolò nell’esercito americano nelle cui file prese parte all’operazione Husky ovvero lo sbarco in Sicilia avvenuto nel luglio 1943. Come si presentava l’italia di allora? Come furono accolti gli Alleati? Quale era la vita quotidiana di un soldato? Come fu l’incontro tra i militari angloamericani e i contadini siciliani? A questi interrogativi rispondono le fotografie che Phil Stern (19192014), fucile e fotocamera al collo, scattò per l’esercito americano sull’isola. Oltre agli scatti ufficiali Stern realizzò anche immagini più personali e sperimentali che fece sviluppare in proprio e che tenne con sé. Proprio queste fotografie, testimonianze inedite, preziose e straordinarie dell’occhio del maestro, sono proposte ora in anteprima su «la Lettura»; saranno poi al centro di una mostra dal titolo Lo sguardo oltre la guerra in programma dal 25 settembre al Phil Stern Pavilion di Catania, all’interno del Museo storico dello Sbarco.
«Sono immagini — scrive al riguardo su “la Lettura” Fabrizio Villa — in cui