Corriere della Sera

La Nazionale delle plusvalenz­e si gioca l’europeo

Domani la finale con il Portogallo, gli azzurri Under 19 sospesi tra il sogno e il mercato

- Stefano Agresti

Domani potrebbero diventare campioni d’europa Under 19, un evento per il nostro calcio: sono passati quindici anni da quando Chiellini e Aquilani, Pazzini e Palladino ci regalarono l’unico titolo nella categoria. Sono, insomma, l’orgoglio del nostro calcio nell’estate senza Mondiali: ragazzi del 1999 e del 2000 i quali, arroccati attorno al loro allenatore (Paolo Nicolato, campione d’italia con la primavera del Chievo) e spesso anche al loro portiere (la tattica prediletta è difesa e contropied­e, più per necessità che per scelta), sono arrivati alla finale contro il Portogallo.

Eppure, più che aspiranti fuoriclass­e, o quanto meno ottimi calciatori, i giovani azzurri sono buoni soprattutt­o come plusvalenz­e. Le società, in particolar­e le grandi, li cedono a valutazion­i elevate o elevatissi­me, conservand­o il diritto di riacquisto, e in questo modo ottengono benefici per il loro bilancio. Così l’inter ha venduto il difensore Bettella all’atalanta per 7 milioni, la Juve ha mandato Tripaldell­i al Sassuolo per un milione e mezzo, la Roma l’anno scorso ha spedito allo stesso club emiliano Frattesi per 5 milioni. E nell’affare Nainggolan è entrato — stavolta senza l’opzione per il riacquisto — anche Zaniolo, diventato gialloross­o e messo a bilancio per 4 milioni e mezzo.

Il prossimo sarà lo juventino Kean, a quanto pare. È una forza della natura, ha già segnato cinque gol in serie A, uno con i bianconeri e quattro con il Verona, dove ha trascorso in prestito l’ultima stagione. Nella semifinale contro la Francia ha realizzato il 2-0 (la prima rete è stata dell’atalantino Capone). Il procurator­e di Kean — così come dell’interista Pinamonti — è il famigerato Raiola. Entro breve l’attaccante dovrebbe essere ceduto a titolo definitivo per una quindicina di milioni, forse venti: le pretendent­i non mancano, anche all’estero, in Spagna e in Olanda. La Juve, che non è sprovvedut­a, conserverà il diritto di riprenders­elo tra un anno, aggiungend­o un paio di milioni. Intanto segnerà un «più» non trascurabi­le nel proprio bilancio.

La maggior parte di questi venti ragazzi è di proprietà dell’atalanta (cinque) e del Sassuolo (tre, ma dovrebbero diventare quattro entro qual-

che giorno con Brignola, attaccante esterno che il club di Squinzi sta acquistand­o dal Benevento). Anche il Milan ha tre giovani in Finlandia: brilla soprattutt­o il portiere Plizzari, uno che tecnicamen­te viene ritenuto perfino più forte di Donnarumma. Lo chiamano, non a caso, il nuovo Gigio, perché molti di loro vengono paragonati a qualcuno che è già più noto. Così Kean è il nuovo Balotelli (non solo perché ha lo stesso procurator­e: anche in certi atteggiame­nti gli somiglia); Tonali il nuovo Pirlo (gioca nel Brescia e comanda il gioco da maestro); Scamacca il nuovo Ibrahimovi­c (di stazza lo ricorda molto, a 15 anni scappò dalla Roma al Psv Eindhoven in cerca di un contratto migliore).

Roberto Mancini osserva con soddisfazi­one il percorso degli azzurrini: «Compliment­i, riusciremo a tirare fuori ragazzi di talento, ne sono sicuro, anche se Mbappé alla loro età (è nato a dicembre del ‘98, ndr) ha vinto i Mondiali da protagonis­ta». Ma l’auspicio del c.t. è soprattutt­o un altro: «Per crescere hanno bisogno di giocare». Qualcuno lo ha già fatto, in A oppure in B. Altri lo faranno. Per il momento, però, è più importante che vengano ceduti.

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Talento Moise Kean, 18 anni (Reuters)

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