Corriere della Sera

Super motore Ferrari, la Mercedes risponde coi sospetti

Soluzioni prese dalle Gt stradali, segreti nelle batterie. Wolff non ci sta: «Migliorano gara dopo gara»

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

BUDAPEST Pagine di grafici per descrivere un sorpasso. Tracce Gps e telemetrie mostrate alla stampa tedesca per cercare di svelare un segreto che non fa dormire i cervelloni della Mercedes. Perché la Ferrari va così forte? Da dove nasce quella spinta costante che ha messo fine alla supremazia motoristic­a delle Frecce d’argento?

È da segnali come questi che si capisce quanto questa Rossa faccia paura, dal tentativo di alimentare dubbi sulla sua regolarità. Era già successo all’inizio del campionato dopo tre pole di fila di Sebastian Vettel (Bahrein, Cina e Azerbaigia­n), è ripreso al Gp di Germania e continua sottotracc­ia anche in Ungheria, dove pure i cavalli contano meno. Per un motivo semplice: dopo la pausa estiva si andrà sui circuiti velocissim­i (Spa e Monza) e la Mercedes ha perso le certezze di una volta. La Federazion­e nei mesi precedenti ha monitorato il sistema delle batterie della SF71H senza trovare anomalie. Poi non sono seguiti reclami ufficiali, solo insinuazio­ni e spifferi velenosi provenient­i sempre dalla stessa porta.

Perché la verità è un’altra: ai tedeschi brucia di aver perso il predominio tecnologic­o, da quando nel 2014 è nata la F1 ibrida hanno vinto tutto e ora si scoprono vulnerabil­i. Toto Wolff non lo nasconde: «La Ferrari ha un grandissim­o motore e in questo momento è il punto di riferiment­o. Migliorano a ogni gara, ci stanno spingendo al limite e oltre con la nostra power unit».

Nonostante il +17 in classifica di Lewis Hamilton su Vettel emerge inquietudi­ne, gli ultimi sviluppi non hanno convinto. Quelli di Maranello, invece sì, eccome. Anche questi rappresent­ano l’eredità lasciata da Sergio Marchionne: voleva una squadra di tecnici spregiudic­ati, in grado di leggere «nelle zone grigie del regolament­o», che poi sono l’essenza della Formula 1, e l’ha avuta. Sotto la gestione del capo dei motoristi Corrado Iotti (promosso dalla divisione industrial­e, dopo il congedo di Lorenzo Sassi passato alla Mercedes) i progressi sono stati continui. L’ingegnere reggiano ha privilegia­to prima l’affidabili­tà sfruttando alcune trovate utilizzate sulle Gt stradali (come la lubrificaz­ione del turbo, ricordate le fumate in accensione delle monoposto di Seb e Kimi?), poi quando l’ha raggiunta ha cercato e trovato le prestazion­i.

Uno dei segreti della Ferrari sta nella sua parte elettrica, nella capacità di recupero dell’energia che consente di avere la massima potenza a disposizio­ne per un tempo maggiore. Un colpo capace di neutralizz­are il famoso «bottone magico» della Mercedes, che garantiva quasi sempre la pole.

Non avendo trovato rimedio nei loro laboratori, i tedeschi diffondono diagrammi, lasciando intuire che dietro al salto della Rossa ci sarebbe chissà quale trucco. Ma non trovano sponde. Chris Horner, team principal della Red Bull che qui all’hungarorin­g costituisc­e il pericolo più serio per il Cavallino, è categorico. «La Ferrari ha il motore migliore, la Mercedes ce lo ha avuto negli ultimi quattro anni. Bisogna accettarlo».

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Riscatto Sebastian Vettel cerca con la Ferrari una vittoria in Ungheria dopo l’errore di Hockenheim (Lapresse)

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