Super motore Ferrari, la Mercedes risponde coi sospetti
Soluzioni prese dalle Gt stradali, segreti nelle batterie. Wolff non ci sta: «Migliorano gara dopo gara»
BUDAPEST Pagine di grafici per descrivere un sorpasso. Tracce Gps e telemetrie mostrate alla stampa tedesca per cercare di svelare un segreto che non fa dormire i cervelloni della Mercedes. Perché la Ferrari va così forte? Da dove nasce quella spinta costante che ha messo fine alla supremazia motoristica delle Frecce d’argento?
È da segnali come questi che si capisce quanto questa Rossa faccia paura, dal tentativo di alimentare dubbi sulla sua regolarità. Era già successo all’inizio del campionato dopo tre pole di fila di Sebastian Vettel (Bahrein, Cina e Azerbaigian), è ripreso al Gp di Germania e continua sottotraccia anche in Ungheria, dove pure i cavalli contano meno. Per un motivo semplice: dopo la pausa estiva si andrà sui circuiti velocissimi (Spa e Monza) e la Mercedes ha perso le certezze di una volta. La Federazione nei mesi precedenti ha monitorato il sistema delle batterie della SF71H senza trovare anomalie. Poi non sono seguiti reclami ufficiali, solo insinuazioni e spifferi velenosi provenienti sempre dalla stessa porta.
Perché la verità è un’altra: ai tedeschi brucia di aver perso il predominio tecnologico, da quando nel 2014 è nata la F1 ibrida hanno vinto tutto e ora si scoprono vulnerabili. Toto Wolff non lo nasconde: «La Ferrari ha un grandissimo motore e in questo momento è il punto di riferimento. Migliorano a ogni gara, ci stanno spingendo al limite e oltre con la nostra power unit».
Nonostante il +17 in classifica di Lewis Hamilton su Vettel emerge inquietudine, gli ultimi sviluppi non hanno convinto. Quelli di Maranello, invece sì, eccome. Anche questi rappresentano l’eredità lasciata da Sergio Marchionne: voleva una squadra di tecnici spregiudicati, in grado di leggere «nelle zone grigie del regolamento», che poi sono l’essenza della Formula 1, e l’ha avuta. Sotto la gestione del capo dei motoristi Corrado Iotti (promosso dalla divisione industriale, dopo il congedo di Lorenzo Sassi passato alla Mercedes) i progressi sono stati continui. L’ingegnere reggiano ha privilegiato prima l’affidabilità sfruttando alcune trovate utilizzate sulle Gt stradali (come la lubrificazione del turbo, ricordate le fumate in accensione delle monoposto di Seb e Kimi?), poi quando l’ha raggiunta ha cercato e trovato le prestazioni.
Uno dei segreti della Ferrari sta nella sua parte elettrica, nella capacità di recupero dell’energia che consente di avere la massima potenza a disposizione per un tempo maggiore. Un colpo capace di neutralizzare il famoso «bottone magico» della Mercedes, che garantiva quasi sempre la pole.
Non avendo trovato rimedio nei loro laboratori, i tedeschi diffondono diagrammi, lasciando intuire che dietro al salto della Rossa ci sarebbe chissà quale trucco. Ma non trovano sponde. Chris Horner, team principal della Red Bull che qui all’hungaroring costituisce il pericolo più serio per il Cavallino, è categorico. «La Ferrari ha il motore migliore, la Mercedes ce lo ha avuto negli ultimi quattro anni. Bisogna accettarlo».