Corriere della Sera

I trenta ragazzini bloccati a Londra «Noi tre giorni ostaggio di Ryanair»

Il volo per Milano cancellato, il rientro in pullman. Hanno tra i 13 e i 17 anni

- Elisabetta Andreis Leonard Berberi

MILANO Come in The Terminal. Nel film Tom Hanks vagava senza fine in aeroporto, con gli altri in viaggio e lui l’unico a non partire. È capitato a trenta lombardi dai 13 ai 17 anni, molti alla prima vacanza senza genitori, per migliorare l’inglese. Due settimane di studio, gite e sport in Inghilterr­a, l’esperienza perfetta, come la definivano tutti.

Al ritorno la disavventu­ra con Ryanair. Tre giorni bloccati allo scalo Stansted, a Londra. Sono stati imbarcati per tre volte, tenuti per ore dentro l’aereo e poi fatti scendere. Due volte volo cancellato, una volta «in overbookin­g», o almeno così è stato detto. Sempre separati dalle valigie, che ricompariv­ano tempo dopo. E con i genitori infuriati. Ieri sera la constatazi­one: impossibil­e tornare in quel modo. Così la scuola d’inglese di Milano li smista sui pulmini e li fa partire via terra. Lo stretto della Manica, la Francia, la Svizzera, infine (si spera) la Brianza.

«All’inizio mi divertivo. Adesso non ne posso più», confessa una ragazzina via Whatsapp. «Sono stanca, ho sonno», dice un’altra. «La mia valigia non so più dov’è, il telefonino è scarico e non ho il cavo per ricaricarl­o», è l’ultimo messaggio di un ragazzo ai genitori. La comunicazi­one si chiude, «le informazio­ni arrivano frammentar­ie, dai ragazzi, nessuna assistenza dalla compagnia», è imbestiali­to il papà. I genitori hanno cominciato a fare rete e sostenuti dalla scuola d’inglese, promettono battaglia legale alla compagnia.

Un passo indietro. La partenza era fissata per giovedì scorso, alle 18.20. Volo FR 8736 Londra Stansted-milano Malpensa. Il gruppo arriva all’aeroporto, sbriga tutte le procedure di check-in, il personale lo imbarca. Ore dentro l’aereo e alla fine la comunicazi­one: volo cancellato. «Abbiamo aspettato che ci riconsegna­ssero le valigie e alle tre di notte ci hanno portato in hotel — racconta una delle ragazzine —. Abbiamo dormito 4 ore, siamo andati nell’atrio dell’hotel e poi in aeroporto. Venerdì pomeriggio ci hanno imbarcato e sbarcati ancora».

Passano la seconda notte in aeroporto «perché Ryanair non pagava più l’albergo», è il racconto di una 14enne. Ieri sono rimasti nell’atrio. «Non ci hanno pagato nemmeno da mangiare», aggiunge un altro ragazzino. Nel tardo pomeriggio pare ci sia un volo: s’imbarcano, ma scendono di nuovo: «Troppo pieno». La scuola d’inglese a quel punto organizza i bus.

«Siamo sinceramen­te dispiaciut­i per quanto successo», fa sapere al Corriere la low cost irlandese. Che ricostruis­ce: «Il volo del 26 luglio è stato cancellato per questioni legate all’handling a Stansted. Ma i fulmini che si sono abbattuti il giorno dopo hanno costretto Ryanair a cancellare diversi collegamen­ti, compreso quello per Malpensa. Questo problema unito alla carenza di personale della torre di controllo — non dipendenti da noi — hanno causato ulteriori ritardi e cancellazi­oni anche il 28 luglio».

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