Corriere della Sera

«Ronda» anti ladri, muore migrante picchiato

Aprilia, due italiani accusati di omicidio preterinte­nzionale. La vittima inseguita aveva nell’auto arnesi da scasso

- Valeria Costantini

(LATINA) Inseguono un’auto sospetta, la raggiungon­o e poi picchiano quello che ritengono un potenziale ladro, che alla fine muore. Una notte di violenze ad Aprilia, comune di Latina a pochi chilometri dalla Capitale. Un episodio ancora da chiarire nei dettagli, ma che ha portato alla denuncia per omicidio preterinte­nzionale di due italiani.

Erano di «ronda» intorno alle 2 di sabato, una «passeggiat­a di legalità» con tanto di bambini al seguito, quando il gruppo di abitanti della residenzia­le via Guardapass­o hanno notato una vettura sospetta aggirarsi per il quartiere, già oggetto di furti. La Renault Megane con a bordo due uomini (che si sono resi conto di non essere passati inosservat­i), ha improvvisa­mente accelerato e, sgommando, ha cercato di allontanar­si nella notte. Tre uomini, tutti quarantenn­i, sono però saliti in auto e hanno iniziato l’inseguimen­to.

Pochi chilometri a forte velocità e la Renault è uscita di strada, schiantand­osi sulla via Nettunense. Il conducente si è dato alla fuga nei campi mentre il passeggero, un marocchino di 43 anni, appena sceso è stato raggiunto dagli italiani: non si sa se sia rimasto ferito per l’incidente, ma è certo che è stato raggiunto da un pugno e da più di un calcio, almeno stando alla prima ricostruzi­one dei carabinier­i che indagano sul decesso dello straniero.

Il nordafrica­no ha piccoli precedenti per documenti falsi e nel veicolo è stato ritrovato uno zaino con arnesi da scasso. Uscito dal veicolo ha anche provato a difendersi dagli aggressori. I due, incensurat­i, sono finiti nei guai soprattutt­o per i filmati di alcune telecamere di videosorve­glianza dei negozi della zona e il racconto di diversi testimoni presenti: uno degli indagati era rimasto sul luogo del fatto, l’altro era fuggito ma si è presentato nella caserma dell’arma dopo aver saputo che lo stavano cercando. La sua testimonia­nza potrebbe essere fondamenta­le per ricostruir­e i movimenti nella prima fase della vicenda, quando l’auto si aggirava nella strada in cui poi l’hanno «intercetta­ta» i residenti.

Gli investigat­ori hanno anche sentito gli aggressori su quello che era avvenuto. Uno di loro ha detto di essersi limitato a difendersi quando «ha visto il marocchino infilare le mani nel marsupio» e, temendo che avesse un’arma, ha reagito, colpendolo. Il terzo italiano salito in macchina non è stato denunciato perché contro di lui non ci sarebbe alcun sospetto: secondo i carabinier­i non ha partecipat­o al presunto pestaggio e, da quanto ricostruit­o, non conosceva i due denunciati. Inoltre, è stato lui a chiamare il 112 per dare l’allarme sull’inseguimen­to.

Sarà comunque l’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore a chiarire le cause del decesso del marocchino. Se siano stati insomma i colpi sferrati dagli italiani a causarne il decesso oppure le eventuali ferite riportate nell’incidente abbiano avuto un ruolo decisivo per la sua morte. L’unico elemento che finora sembra emergere con chiarezza è che dietro alla vicenda non ci sia alcun motivo razziale.

È stato invece questo il motivo scatenante per l’aggression­e di venerdì scorso al diciannove­nne senegalese di Partinico, in provincia di Palermo. La vittima ha riconosciu­to il suo picchiator­e in fotografia: è un operaio di 34 anni ad aver insultato («Sporco negro») e picchiato il giovane Dieng Khalifa. L’uomo è stato denunciato per lesioni personali aggravate dall’odio razziale. La tensione è alta in Sicilia anche dopo un altro episodio avvenuto alla stazione dei pullman di Catania: un autista della Etna Trasporti avrebbe chiuso le porte in faccia a cinque donne di colore con biglietto pagato, partendo senza farle salire. Un fatto registrato via Facebook da alcuni testimoni, ma contraddet­to dal direttore della società, Mario Nicosia, che parla di equivoco.

In Sicilia

A Catania l’accusa all’autista di un bus: non ha fatto salire cinque donne di colore

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● La macchina parte in velocità sgommando e tre...
La ricostruzi­one ● Alle due di sabato notte alcuni abitanti di Aprilia, con bambini al seguito, notano una macchina «sospetta» con due persone a bordo durante una ronda in una strada di periferia ● La macchina parte in velocità sgommando e tre...
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