Gli incendi e la Ue La verità su Atene
«Itragici incendi ad Atene non sono colpa dell’austerity», scrive Marco Buti, della Commissione europea. Ma la lezione c’è.
La crisi e il dramma La Ue spiega che non è stata la politica di risparmio voluta da Bruxelles a provocare ritardi e difficoltà ai mezzi di soccorso impegnati a fronteggiare le fiamme perché i tagli non riguardano Protezione civile e vigili del fuoco
Caro direttore, gli articoli del Corriere della Sera contribuiscono spesso ad alimentare un dibattito consapevole intorno a temi e dinamiche importanti per il progetto europeo. Dispiace quindi notare le affermazioni, comparse sul Corriere del 25 luglio, che associano le conseguenze degli incendi ad Atene ai cosiddetti «pacchetti austerità». Oltre ad esprimere la mia profonda solidarietà alle famiglie delle vittime in Grecia, vorrei contribuire al dibattito che ne è seguito in Italia, fornendo alcune importanti precisazioni affinché i lettori possano avere un quadro più completo. Che la Grecia abbia dovuto affrontare situazioni e scelte difficili durante la crisi è innegabile. Ma mentre l’attenzione si sofferma spesso e soltanto sull’austerità, è l’impegno nelle riforme che sta dando i suoi frutti e che ci fa essere ottimisti sul futuro della Grecia. Certo, il prezzo della crisi è stato alto e guardando indietro ci sono sicuramente lezioni da imparare. Ma ogni discussione per essere utile si deve basare su fatti, dati e argomenti solidi. Purtroppo, le affermazioni apparse nell’articolo citato non corrispon- dono pienamente alla realtà dei fatti. In primo luogo, è utile ricordare che mentre gli obiettivi di bilancio sono concordati tra le istituzioni europee e il governo greco, è quest’ultimo che decide della destinazione finale delle risorse. Nonostante ciò, le misure di consolidamento fiscale richieste per il 2018 (0,3% del Pil) non includono alcun taglio né al bilancio dei vigili del fuoco né a quello della Protezione civile. Le cifre mostrano che il bilancio per i vigili del fuoco cresce del 5% da 378 milioni di euro nel 2017 a 397 milioni nel 2018. Ed oggi il bilancio per i vigili del fuoco in Grecia è 3,6% superiore a quello del 2010.
Risparmi e scelte Gli obiettivi di bilancio sono concordati con le istituzioni europee ma è il governo a decidere la destinazione finale delle risorse
Inoltre, i vigili del fuoco sono stati esenti da misure di blocco delle assunzioni. Quattromila assunzioni temporanee nel 2011 sono state poi convertite in contratti permanenti, laddove possibile. E la spesa per stipendi del settore è aumentata del 5% rispetto al 2010. I dati comparati a livello comunitario mostrano che la spesa per servizi di protezione antincendi in Grecia è in linea con la media della Ue. In generale, il servizio di Protezione civile e di ordine pubblico è stato in questi anni ristrutturato e razionalizzato, ma il suo bilancio resta nel 2018 comunque assolutamente comparabile a quello pre-crisi. Tutti questi sono dati disponibili al pubblico (www.minfin.gr/web/guest/ proupologismos). Al contrario i tagli di 34 milioni di euro cui l’articolo fa riferimento non trovano riscontro nei dati. Concludo con una considerazione di carattere più generale. C’è molto da riflettere e migliorare in tema di politiche europee. Ma è necessario farlo nell’ambito di un dibattito aperto, basato su fatti e dati solidi. I contributi di Federico Fubini di solito rispettano tali parametri. Il fatto che l’articolo sia stato utilizzato da altri per passare un messaggio generale anti-europeo, sono certo, non era nelle intenzioni dell’autore.