Corriere della Sera

Rai, il piano B se Forza Italia non voterà Foa

Oggi il cda, domani il voto in Vigilanza. Via libera di FDI al giornalist­a scelto da Lega e M5S

- di Alessandro Trocino

Due giorni per capire se il presidente della Rai sarà Marcello Foa o sarà necessario cambiare. Forza Italia si divide, e spunta il piano di riserva che prevede l’elezione di Giampaolo Rossi. Oggi il Cda, domani il voto in Vigilanza. Il sì di Meloni al giornalist­a scelto da Lega e M5S.

ROMA Due giorni per capire se il presidente della Rai sarà Marcello Foa o se bisognerà cambiare nome: oggi il consiglio di amministra­zione Rai voterà e, in caso di sì, occorrerà poi il via libera con una maggioranz­a di due terzi della commission­e di Vigilanza, che si riunisce domani. Ago della bilancia, Forza Italia. Che dà segnali contraddit­tori. In caso di bocciatura di Foa, è pronto il piano B: la nomina di Giampaolo Rossi, membro del cda, eletto con i voti di FDI e di Forza Italia.

Da Forza Italia arriva per ora il pollice verso. «Metodo sbagliato», spiegano Antonio Tajani e Annamaria Bernini: «È un blitz inaccettab­ile del governo». Sullo sfondo ci soversi. no due questioni politiche. La tenuta dell’alleanza di centrodest­ra (FI e Lega), già messa a dura prova dal governo con i 5 Stelle. La seconda è la trattativa sotterrane­a che dovrebbe garantire a Forza Italia qualche poltrona nella nuova Rai, tra reti e tg. Trattativa che sarebbe andata male, visto che proprio da Gianni Letta, gran cerimonier­e, è partito l’ordine di bombardare Foa. Forza Italia è anche divisa al suo interno, con un’ala più possibilis­ta a Foa, che fa capo a Licia Ronzulli e Niccolò Ghedini.

Quanto a Fratelli d’italia, ieri, è arrivato il sì a sorpresa di Giorgia Meloni a Foa: «Ridicolo il Pd a parlare di lottizzazi­one, ci hanno convinto a votare Foa». Gli scenari sono di- Oggi il cda potrebbe dire sì. Sarà decisivo proprio il voto di Rossi. Ma in commission­e di Vigilanza serve il sì dei consiglier­i di Forza Italia. Se domani Foa venisse bocciato, potrebbe decidere di restare come consiglier­e. E in quel caso il cda potrebbe scegliere un nuovo presidente. Ma più probabilme­nte Foa si dimettereb­be (in cambio di 66 mila euro lordi annui di remunerazi­one dovrebbe rinunciare a tutti i suoi incarichi). E allora il Mef dovrebbe indicare un nuovo consiglier­e, poi votato dal consiglio dei ministri. A quel punto il presidente sarebbe scelto tra il nuovo arrivato o uno degli attuali, a cominciare da Rossi.

Quest’ultimo ha una serie di vantaggi. È gradito a FDI e Forza Italia, con un blog sul Giornale (proprio come Foa). È stato fidanzato di Deborah Bergamini (Forza Italia). Ed è stato direttore di Rainet. Dunque, nome tecnico oltre che politico. Leggendo i tweet, la sua figura non appare molto diversa da quella di Foa. C’è l’apologia di Francesca Totolo (la blogger delle unghie dipinte di Josepha), «una delle più scrupolose cacciatric­i di fake news». Ma anche l’attacco feroce a Roberto Saviano, definito «Vermilingu­o» e «istigatore d’odio»: «Una sibilante creatura che dispensa menzogna, manipolazi­one e veleno sociale». Il capo dello Stato è definito «fantasma», «irresponsa­bile», paragonato A Mestre

Da sinistra Adriano Paroli, 56 anni, Antonio Tajani, 64 anni, Renato Brunetta, 68 anni, ed Elisabetta Gardini, 62 anni, ieri alla conferenza stampa di Forza Italia contro il decreto Dignità a Dracula e autore di un «Mattarella Horror Picture Show». A chi scrive «è sul filo del golpe», Rossi risponde: «Quel filo si è spezzato».

In tutto questo Roberto Fico contesta la legge: «Non sono sbagliati i nomi, ma il metodo previsto dalla legge, che porta a un assoggetta­mento alla politica». Michele Anzaldi, Pd, spiega che a Forza Italia converrebb­e avere un presidente di garanzia, «che potrebbe bloccare le successive nomine». E ripropone i nomi di Giovanni Minoli e Michele Santoro. Matteo Renzi attacca Foa: «Se scegliete figure così, non vi stupite se votiamo contro».

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