Rai, il piano B se Forza Italia non voterà Foa
Oggi il cda, domani il voto in Vigilanza. Via libera di FDI al giornalista scelto da Lega e M5S
Due giorni per capire se il presidente della Rai sarà Marcello Foa o sarà necessario cambiare. Forza Italia si divide, e spunta il piano di riserva che prevede l’elezione di Giampaolo Rossi. Oggi il Cda, domani il voto in Vigilanza. Il sì di Meloni al giornalista scelto da Lega e M5S.
ROMA Due giorni per capire se il presidente della Rai sarà Marcello Foa o se bisognerà cambiare nome: oggi il consiglio di amministrazione Rai voterà e, in caso di sì, occorrerà poi il via libera con una maggioranza di due terzi della commissione di Vigilanza, che si riunisce domani. Ago della bilancia, Forza Italia. Che dà segnali contraddittori. In caso di bocciatura di Foa, è pronto il piano B: la nomina di Giampaolo Rossi, membro del cda, eletto con i voti di FDI e di Forza Italia.
Da Forza Italia arriva per ora il pollice verso. «Metodo sbagliato», spiegano Antonio Tajani e Annamaria Bernini: «È un blitz inaccettabile del governo». Sullo sfondo ci soversi. no due questioni politiche. La tenuta dell’alleanza di centrodestra (FI e Lega), già messa a dura prova dal governo con i 5 Stelle. La seconda è la trattativa sotterranea che dovrebbe garantire a Forza Italia qualche poltrona nella nuova Rai, tra reti e tg. Trattativa che sarebbe andata male, visto che proprio da Gianni Letta, gran cerimoniere, è partito l’ordine di bombardare Foa. Forza Italia è anche divisa al suo interno, con un’ala più possibilista a Foa, che fa capo a Licia Ronzulli e Niccolò Ghedini.
Quanto a Fratelli d’italia, ieri, è arrivato il sì a sorpresa di Giorgia Meloni a Foa: «Ridicolo il Pd a parlare di lottizzazione, ci hanno convinto a votare Foa». Gli scenari sono di- Oggi il cda potrebbe dire sì. Sarà decisivo proprio il voto di Rossi. Ma in commissione di Vigilanza serve il sì dei consiglieri di Forza Italia. Se domani Foa venisse bocciato, potrebbe decidere di restare come consigliere. E in quel caso il cda potrebbe scegliere un nuovo presidente. Ma più probabilmente Foa si dimetterebbe (in cambio di 66 mila euro lordi annui di remunerazione dovrebbe rinunciare a tutti i suoi incarichi). E allora il Mef dovrebbe indicare un nuovo consigliere, poi votato dal consiglio dei ministri. A quel punto il presidente sarebbe scelto tra il nuovo arrivato o uno degli attuali, a cominciare da Rossi.
Quest’ultimo ha una serie di vantaggi. È gradito a FDI e Forza Italia, con un blog sul Giornale (proprio come Foa). È stato fidanzato di Deborah Bergamini (Forza Italia). Ed è stato direttore di Rainet. Dunque, nome tecnico oltre che politico. Leggendo i tweet, la sua figura non appare molto diversa da quella di Foa. C’è l’apologia di Francesca Totolo (la blogger delle unghie dipinte di Josepha), «una delle più scrupolose cacciatrici di fake news». Ma anche l’attacco feroce a Roberto Saviano, definito «Vermilinguo» e «istigatore d’odio»: «Una sibilante creatura che dispensa menzogna, manipolazione e veleno sociale». Il capo dello Stato è definito «fantasma», «irresponsabile», paragonato A Mestre
Da sinistra Adriano Paroli, 56 anni, Antonio Tajani, 64 anni, Renato Brunetta, 68 anni, ed Elisabetta Gardini, 62 anni, ieri alla conferenza stampa di Forza Italia contro il decreto Dignità a Dracula e autore di un «Mattarella Horror Picture Show». A chi scrive «è sul filo del golpe», Rossi risponde: «Quel filo si è spezzato».
In tutto questo Roberto Fico contesta la legge: «Non sono sbagliati i nomi, ma il metodo previsto dalla legge, che porta a un assoggettamento alla politica». Michele Anzaldi, Pd, spiega che a Forza Italia converrebbe avere un presidente di garanzia, «che potrebbe bloccare le successive nomine». E ripropone i nomi di Giovanni Minoli e Michele Santoro. Matteo Renzi attacca Foa: «Se scegliete figure così, non vi stupite se votiamo contro».