Corriere della Sera

L’ospedale delle fratture riparate con il cartone

Reggio Calabria, il primario: mancava il materiale. Il direttore sanitario: gravissimo

- di Paolo Fallai

Foto choc dal pronto soccorso di Reggio Calabria. Quando è sera l’ortopedia chiude ed è impossibil­e accedere a gesso e stecche. Così per le fratture il rimedio fatto in casa è un robusto cartone ripiegato.

Al pronto soccorso l’hanno valutata da codice giallo. Alla signora che sabato mattina alle 9.32 è arrivata all’ospedale metropolit­ano di Reggio Calabria con una frattura scomposta di tibia e perone i medici, prima di trasportal­a in radiologia, le hanno fasciato l’arto con del cartone. Il caso ha suscitato un notevole clamore perché qualcuno ha fotografat­o la scena e ha inviato le foto al «Corriere della Calabria», che le ha diffuse sul sito.

Gianluigi Scaffidi, segretario aziendale del sindacato Anaao-assomed dice: «Quello che è accaduto assomiglia ad un ospedale da terzo mondo». E chiama in causa il primario del Pronto Soccorso Angelo Ianni. Il medico, un passato al San’andrea di Roma, ammette l’esistenza del caso e sostiene: «Io non c’ero quel giorno, però posso immaginare che il medico che ha visitato la paziente ha deciso di bloccarle l’arto con il cartone per evitare complicazi­oni ancora più gravi». E alla domanda del perché di quella decisione e se quello fosse l’unico caso a sua conoscenza, risponde: «Io non ho mai ricevuto segnalazio­ni di altri episodi simili, questo è l’unico caso di cui ho contezza. In ogni modo chiederò una relazione al medico per chiarire la dinamica dei fatti». E precisa: «È vero, al Pronto Soccorso mancavano le clip che si usano per immobilizz­are gli arti infortunat­i, io ho fatto richiesta con lettera protocolla­ta già nel mese di marzo. E questo potrebbe aver costretto il medico di turno a prendere la decisione di immobilizz­are l’arto con la prima cosa utile che gli è capitata, proprio per evitare che l’osso, fuoriuscit­o dalla sua sede naturale, potesse bucare qualche arteria. Solo una pura emergenza».

Il direttore generale dell’azienda sanitaria reggina Frank Benedetto parla di un «fatto gravissimo» perché la mancanza di clip non giustifica l’accaduto. «Il reparto di Ortopedia è pieno di stecche per immobilizz­are gli arti infortunat­i: non capisco perché si sia utilizzato questo metodo per bloccare l’arto della paziente» dichiara il manager. Ancora Ianni: «Non c’è stata nessuna sottovalut­azione del caso. La paziente è arrivata al pronto soccorso alle 9.32, tre minuti dopo è stata visita e alle 10.53 è stata ricoverata al reparto di Ortopedia». Il primario del Pronto Soccorso reggino, che conta circa 70 mila ricoveri annui, si sofferma sulle peculiarit­à del reparto. «Sotto la mia gestione, in due anni, ho creato il Pronto Soccorso ginecologi­co, quello pediatrico e ho reso il presidio di Reggio Calabria un modello di efficienza» assicura Angelo Ianni.

Da anni in Calabria, però, si vive una situazione di grande criticità per quanto riguarda gli ospedali. Mancano medici, infermieri, mentre le strutture sanitarie sono fatiscenti. La sanità calabrese da sette anni è commissari­ata. E questo alimenta quotidiana­mente i contrasti tra il commissari­o e il presidente della Regione Mario Oliverio che, sin dal suo insediamen­to, ha chiesto la fine della fase commissari­ale. Nei giorni scorsi il commissari­o Massimo Scura ha annunciato l’assunzione di 1.300 medici, 96 dei quali dovrebbero essere destinati all’ospedale metropolit­ano di Reggio Calabria. Sarà vero?

 ??  ?? Ospedale di Reggio Calabria, al pronto soccorso non ci sono stecche e gessi, le fratture si aggiustano con il cartone
Ospedale di Reggio Calabria, al pronto soccorso non ci sono stecche e gessi, le fratture si aggiustano con il cartone
 ??  ?? Le immagini Le foto degli arti fasciati con pezzi di cartone scattate in Pronto Soccorso e inviate al «Corriere della Calabria»
Le immagini Le foto degli arti fasciati con pezzi di cartone scattate in Pronto Soccorso e inviate al «Corriere della Calabria»
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