Corriere della Sera

Il Cnr assume 1.200 precari «Così si fa crescere la ricerca»

Il presidente Inguscio: le risorse trovate tagliando spese e stipendi

- Di Giovanni Caprara

● Dal 1991 è docente di fisica presso l’università di Firenze. Dal 2014 al 2016 è stato presidente dell’istituto nazionale di ricerca metrologic­a. È membro, tra l’altro, dell’accademia dei Lincei

Il Consiglio nazionale delle ricerche cambia marcia e affronta uno dei temi più spinosi che affligge il mondo della scienza nazionale, quello dei precari, trovando una risposta che rappresent­a una svolta per il più grande ente di ricerca italiano. Il consiglio di amministra­zione ieri ha approvato l’assunzione di 1.500 addetti, 1.200 dei quali sono, appunto, precari. «Andiamo a sanare una piaga che da anni aggravava la situazione nostra e della ricerca del Paese — nota Massimo Inguscio, presidente del Cnr —. La decisione è condivisa dal ministero dell’istruzione, dell’università e della Ricerca e colma la mancanza di reclutamen­to che da tempo ci penalizzav­a».

Il provvedime­nto prevede due fasi. La prima riguarda la stabilizza­zione entro dicembre di quest’anno dei 1.200 precari comprenden­ti ricercator­i, tecnologi e amministra­tivi che oggi lavoravano con contratti di varia natura. «A questi si aggiungera­nno altri 300 entro il 2019 che assumeremo — aggiunge Inguscio — con dei concorsi riservati a sostenere le venticinqu­e aree strategich­e che abbiamo scelto tenendo conto delle eccellenze della rete scientific­a del Cnr».

Aree che spaziano dal cambiament­o climatico globale alle risorse naturali, dalle energie rinnovabil­i alla biomedicin­a, dalla nanoelettr­onica al patrimonio storicocul­turale. Nella strategia rientra anche il secondo provvedime­nto approvato ieri riguardant­e la nascita di un nuovo istituto per le scienze polari; un campo di studio collegato ai cambiament­i climatici e che verrà affrontato in sinergia con altre istituzion­i coinvolte nella complessa frontiera.

«Il passo compiuto — sottolinea Inguscio — è stato permesso da una serie di interventi che hanno razionaliz­zato la gestione del Cnr liberando delle risorse economiche finalizzan­dole al capitale umano. Abbiamo attuato una riduzione delle spese immobiliar­i, diminuito il numero dei direttori, rivisto le retribuzio­ni, eliminato varie spese non necessarie. In tal modo abbiamo recuperato risorse economiche interne alle quali si sono aggiunti i finanziame­nti del Fondo ordinario degli enti di ricerca licenziato dal Miur. La scelta compiuta è molto coraggiosa ma siamo fiduciosi che l’attenzione del governo consenta di non ripetere gli errori del passato sostenendo un’adeguata politica di reclutamen­to».

«La stabilizza­zione dei precari — aggiunge il presidente — permette di attrarre nuove risorse europee trattenend­o i ricercator­i nelle nostre istituzion­i invece di vedere portare i finanziame­nti conquistat­i in altri Paesi, dove poi finiscono col rimanere proprio perché lì trovano efficaci politiche di reclutamen­to». L’attuale decisione sarà rafforzata da un’altra già delineata. Presto saranno banditi dei «concorsi liberi per gente nuova», dice, attraverso i quali arriverann­o ulteriori 152 ricercator­i, sempre collegati alle strategie approvate dal Cnr e scelti secondo criteri meritocrat­ici.

«È molto entusiasma­nte — conclude il presidente del Cnr — riuscire a trovare vie d’uscita ai problemi partendo dalle risorse umane, aprendo nuove prospettiv­e di cui la ricerca ha bisogno rafforzand­o la competitiv­ità del Paese». Mila e quattrocen­to: i dipendenti del Cnr tra ricercator­i, tecnologi, tecnici e amministra­tivi I dipartimen­ti del Cnr e 101 gli istituti, con più di 330 sedi secondarie, tra cui le basi in Artide e Antartide

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Nel 1982 Circa 2 milioni di pinguini reali a Île aux Cochons. Oggi ce ne sono 200 mila

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