IN QUESTA VICENDA C’È UNA LEZIONE ANCHE PER L’EUROPA
CDubbi legittimi Il fatto che esistano tanti nemici dell’idea europea non può impedire agli amici di porsi qualche domanda
aro Buti, è vero: impadronirsi rozzamente delle sciagure altrui per la propria propaganda contro l’europa non merita commenti. Ma il fatto che esistano tanti nemici dell’idea europea non può impedire agli amici di porsi domande; altrimenti si finirà per fare un favore agli anti-europei, lasciando loro il monopolio del dubbio. Non ho mai scritto che la prima, seconda o terza principale causa degli incendi sia la debolezza del bilancio del Servizio antincendio. Non sembra proprio sia. Ma poiché la sua risposta è stata tardiva, è giusto chiedersi se abbia pesato anche la debolezza del suo bilancio.
La spesa in bilancio per il Servizio antincendio del governo greco solo fra il 2009 e il 2011 ha subito un taglio del 25%, da 499 a 370 milioni di euro. Da allora è risalita un po’, vero. Ma nel 2014 era a 340 milioni, un terzo sotto i livelli del 2009, mentre oggi è di poco più di cento milioni sotto quei livelli di inizio crisi (da fireservice.gr).
Se il bilancio del Servizio antincendio fosse rimasto pari al dato del 2009, in questi nove anni avrebbe avuto un miliardo in più da investire (su un bilancio annuo oggi di 397 milioni). Magari anche troppo, ma non c’era una via di mezzo? Soprattutto, avendo mantenuto i livelli di personale, sembra proprio ci sia poco o niente per comprare o mantenere mezzi o equipaggiamenti. Forse il 2009 non è un termine di paragone perché fu un anno di picco di spesa? Ma riflette gli eventi del 2007, quando incendi gravissimi come questi ultimi dimostrarono che bisognava rafforzare il servizio di fronte al cambio climatico.
Interrogazioni parlamentari in Grecia lamentano tagli al Servizio, fra i quali uno del 38% a benzine e lubrificanti solo nel 2016. Dimitris Stathopoulos, capo della Federazione dei pompieri, riferisce che oggi il 30% dei camion anti-incendio è fuori uso perché i mezzi sono troppo vecchi o mancano i pezzi di ricambio. Quanto ai 34 milioni, è vero, sono stato impreciso: non sono stati tagli sul 2017. Piuttosto, un documento della Direzione generale della pianificazione economica del governo di Atene stima sul 2017 un’insufficienza di bilancio di 34 milioni per coprire le funzioni del Servizio antincendio, inclusi trasporto e manutenzione veicoli e aerei. Da allora il budget è cresciuto, ma di soli 20 milioni.
Chiediamoci perché le pressioni e programmi Ue-fmi per la Grecia non hanno avuto il successo visto in altri Paesi europei. In primo luogo è per errori e problemi nella politica e nella società greca (e noi italiani sappiamo qualcosa dei nostri). Ma un’altra ragione è che quei programmi sono stati disegnati per massimizzare, in termini relativi, il consenso interno di certi governi creditori più che la sostenibilità economica del Paese da assistere. Vi sono state priorità in conflitto e non sempre hanno prevalso quelle giuste.
Negli ultimi quattro anni, va detto, la Commissione Ue ha svolto un lavoro prezioso a favore della moderazione. Proprio per questo la lezione greca dovrebbe renderci cauti di fronte a proposte che oggi mirano a erodere i suoi poteri sulle politiche di bilancio, per darne a organi intergovernativi che rispondono ai parlamenti nazionali. Il ruolo equilibratore della Commissione va difeso, nell’interesse di tutti. Anche dell’italia.