Essere incompetenti ma con arroganza
«Li chiamano manuali, ma non sempre lo sono». Nell’ultima puntata della sua preziosa rubrica settimanale sulla «Lettura», Giuliano Vigini segnalava una tendenza editoriale crescente. Il sedicente manuale, che si oppone al solido, sintetico e pratico «Manuale Hoepli», classica e nobile collana dell’editore italo-svizzero che in obbedienza alla cultura positivista del suo tempo sin dal 1878 offriva (e ancora offre) istruzioni di carattere tecnico-scientifico sui mestieri e sulle professioni. Il primo titolo proposto da Ulrico Hoepli fu
Il manuale del tintore, il più diffuso
Il manuale dell’ingegnere di Giuseppe Colombo, amico dell’editore e protagonista dell’industria milanese. In oltre un secolo, sono usciti quasi 1.800 longseller, libri che vendono poco ma sempre: di elettrotecnica, di meccanica, di idraulica, di idrologia, della gestione dei rifiuti, di economia aziendale, ma anche di letteratura bizantina eccetera. Oggi il similmanuale «eterogeneo e frammentato» insegna a tutti a fare (e sapere) un po’ di tutto. È il trionfo dell’infarinatura per dilettanti. Provate a cercare in rete: come fare il vino, come fare il formaggio in casa, come diventare ricchi, come scrivere un bestseller, come fare la birra, come comandare un team, come dipingere i sassi, come investire in borsa, come coltivare le patate, come gestire un pollaio felice, come crescere un bambino felice, come educare un cane felice, come capire il proprio gatto, come allevare api senza chimica e senza stress, come parlare in pubblico senza stress, come vincere a burraco, come spazzare la polvere e le nubi dell’anima. Niente di male, naturalmente, nel volersi improvvisare palombari, orticoltori, enologi, apicoltori, viticoltori, bari, scrittori, investitori, oratori, hacker, leader, birrai, chef, monaci buddhisti… I prontuari per principianti sono sempre esistiti e a volte hanno avuto un riscontro inatteso e straordinario. Ma è evidente che il moltiplicarsi esorbitante del sedicente manuale (più o meno ironico) esprime al meglio ciò che la società dei network ha promosso e la politica va felicemente sperimentando: l’irresistibile ascesa dell’incompetente meglio se dotato di un’arroganza che supera di gran lunga l’umiltà domestica del vecchio fai-da-te. Non più la possibilità di farcela sui professionisti, ma la certezza e il diritto.