Corriere della Sera

«Il Decreto dignità salvi i diplomati magistrali»

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Anche quest’anno trascorre un’altra estate all’insegna dell’incubo di non riuscire a mantenere un posto di lavoro. Sono una dei tanti diplomati magistrali che non riescono a vedere riconosciu­to un loro diritto, nonostante ci siano state molte sentenze che hanno aperto le Gae (graduatori­e ad esauriment­o) a docenti in possesso di questo titolo abilitante. Docenti diplomati ante 2001/2002 con anni di servizio alle spalle e corsi di formazione (e alcuni con anno di prova superato) si vedranno precludere la stabilizza­zione. Alcuni politici del governo da poco insediato avevano fatto promesse che ora si sono vanificate con il Decreto dignità. I diplomati magistrali precari si vedrebbero depennati dalle Gae (a cui si attinge anche per il conferimen­to delle supplenze) e spostati in un’altra graduatori­a con la prospettiv­a di essere stabilizza­ti tra 20, 30, 40 anni. Ma sono i docenti di ruolo a subire maggiormen­te le decisioni del governo del «cambiament­o», in quanto saranno licenziati. Eppure hanno svolto l’anno di prova, hanno completato la piattaform­a Indire (Ricerca e innovazion­e per la scuola italiana) e sono stati valutati positivame­nte da un Comitato di valutazion­e e dal dirigente scolastico. Ora il Decreto vuole annullare tutto. Siamo tuttavia fiduciosi che vengano votati gli emendament­i per la riapertura delle Gae e il mantenimen­to dei ruoli. Una diplomata magistrale

Il Decreto dignità dedica l’articolo 4 alla questione dei diplomati magistrali e alla continuità didattica per l’anno scolastico 2018/19

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