Ferrovie, scelta interna per i vertici Battisti nuovo ceo, Castelli presidente
L’annuncio su Facebook. Toninelli: acquisiremo i binari regionali disastrati
Soluzione-lampo e interna ROMA per i nuovi vertici delle Ferrovie dopo il blitz del governo che mercoledì scorso ha revocato l’intero consiglio di amministrazione. Ieri il ministero dell’economia, in veste di azionista del gruppo, ha indicato Gianfranco Battisti come amministratore delegato e ha nominato Gianluigi Vittorio Castelli presidente della società fino al 2020. Due manager che lavorano già in azienda, il primo ai Sistemi urbani (ma dal 2009, e fino all'arrivo dell’ex ad Renato Mazzoncini, ha retto la divisione Passeggeri di lunga percorrenza e Alta velocità), il secondo dal 2016 a Innovazione e sistemi informativi.
A dare l’annuncio è stato ancora una volta il ministro dei Trasporti, il pentastellato Danilo Toninelli, sempre via Facebook. L’obiettivo, ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio, è stato quello di «assicurare la continuità sulle cose buone e la discontinuità su quello che in questi anni si è sbagliato» e di focalizzarsi sul tema «dei pendolari, dei treni regionali». Toninelli ha anticipato che da settembre individuerà «le tratte regionali più critiche e laddove i binari saranno di proprietà delle Regioni ma non ci sono standard di sicurezza equiparati alla rete nazionale» chiederà ai «governatori» di acquisire i binari.
Battisti, fiuggino, una laurea in Economia ed una in Scienze Politiche (il primo ad dopo Lorenzo Necci a non essere un ingegnere) è anche
presidente di Federturismo. Risulta gradito al M5S (pochi giorni fa insieme con l’ad di rete ferroviaria Maurizio Gentile ha chiuso un accordo con il Comune di Roma per il potenziamento del sistema ferroviario metropolitano e la riqualificazione delle aree ferroviarie dismesse per un investimento di 400 milioni) ma
Il vicepremier Di Maio: continuità sulle cose buone e discontinuità su quello che si è sbagliato
piace anche alla Lega e al forzista presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. La sua vocazione alla intermodalità e a coniugare la mobilità con il turismo potrebbe tornare utile in operazioni come quella che vedrebbe Fs affiancare Alitalia.
Il neopresidente Castelli nasce nel Gruppo Fiat, prima di approdare il Ferrovie lavora in Omnitel, Vodafone e Eni, oltre a svolgere attività di docenza universitaria.
A completare il cda, Flavio Nogara, Andrea Mentasti, Cristina Pronello, Francesca Moraci e Wanda Ternau. Le ultime due sono consigliere uscenti: le uniche che avevano accettato l’invito del ministero a dimettersi per favorire la decadenza del cda. Un gesto che è valso loro la riconferma. Quanto a Flavio Nogara, è l’ex coordinatore provinciale della Lega Nord di Lecco che ha dovuto dimettersi da consigliere regionale lombardo per incompatibilità con l’incarico di consigliere in Ferrovie Nord. Proprio entro oggi, e forse non è un caso, doveva essere firmato l’accordo che avrebbe dovuto sancire l’uscita di Fs da Trenord, la società controllata insieme con Ferrovie Nord Milano. É possibile che le ultime novità blocchino la scissione.
Gli altri due consiglieri sono Andrea Mentasti, di Varese, già ad della Sacbo, società che gestisce lo scalo di Orio al Serio, passato poi a capo dell’agenzia lombarda di controllo sul sistema sociosanitario e poi improvvisamente diventato ad delle disastrate Ferrovie Sud Est, rilevate da Fs. Quanto a Cristina Pronello, è la docente del Politecnico diventata presidente dell’agenzia per la mobilità piemontese. Oggi il cda si riunisce per completare formalmente l’insediamento.