Corriere della Sera

Tour, gigante dai piedi d’argilla Il Giro vince il duello per distacco

Noia e freddezza della Grande Boucle contro le emozioni della gara in rosa

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corridori ritirati su 10 (in tutto 31 su 176 al via) del Tour sono andati a casa per postumi di incidenti non per fatica o malattia come per il Giro con 27 ritiri)

Ci sono i quattro «peccati» ammessi ieri dagli stessi organizzat­ori su L’équipe, il giornale che patrocina la corsa: netto calo di spettatori sulla strada — soprattutt­o sulle Alpi —, ripetute gaffe di forze dell’ordine e servizi di sicurezza (Alpe d’huez, contadini dell’ariège, gendarme che placca Froome), orari di partenza tardivi, aggressivi­tà verso lo stesso Froome e Sky mal contenuta. C’è il responso della tv, solo in parte spiegabile con i Mondiali di calcio concomitan­ti: 33 milioni di spettatori complessiv­i tra France 2 e France 3, contro i 37 del 2017 con il 35,2% di share medio rispetto al 38% del passato.

C’è poi, oltre i numeri, una sensazione di noia a dispetto di un progetto — così parlò il boss Prudhomme — «che per divertire il pubblico non proporrà mai la stessa tappa due giorni di seguito». Il Tour de France è un gigante con i piedi d’argilla, troppo duro per i velocisti (il 60% non è sopravviss­uto alla prima settimana), non abbastanza per agitare la classifica o favorire fughe spettacola­ri. Che la Grande Boucle da qualche anno insegua il Giro d’italia per cambiare pelle è noto, ma il tentativo non pare riuscito.

La corsa rosa (organizzat­a da Rcs) è partita con tre giorni in Israele (Dumoulin), l’etna (Yates/chaves), Monte Vergine (Carapaz) e il Gran Sasso che ha ridimensio­nato Froome e Aru. Il Tour ha risposto con la placida Vandea, la riesumazio­ne della cronosquad­re e l’ininfluent­e Mûr-debretagne. Il Tour soffre l’ossessione Confronto

A sinistra, Chris Froome festeggia la maglia rosa. A destra, il vincitore del Tour Geraint Thomas per la sicurezza: senza pass o invito i corridori li vedi col binocolo, avvicinars­i ai bus per strappare un autografo è difficile, i servizi di navetta per i tifosi sono rarissimi.

Il Giro entra nel cuore delle

L’appello

Polemico l’olimpionic­o Fourcade: «Perché ogni tanto non cambiate i percorsi?»

meraviglie della provincia italiana (Caltagiron­e, Praia a Mare, Gualdo Tadino, Osimo, Iseo), il Tour anche quando finisce in luoghi bellissimi (Chartres, Amiens) mette le tende in anonime zone fieristich­e per mancanza di spazio.

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(Lapresse, Epa)

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