Jovanotti, una forza della natura: 160 minuti con entusiasmo
Un lungo racconto (160 minuti), contrappuntato da canzoni, aneddoti, riflessioni, confessioni. Jovanotti è fatto così: è una forza della natura, qualunque cosa affermi, l’afferma con un’energia, con un candore, con un entusiasmo molto lontani dagli standard dello showbiz italiano. Ha rivelato che l’allegria è un abito che ha deciso di indossare tanti anni fa, quando sua madre soffriva di «esaurimento nervoso» e si è commosso. Ha svelato alcuni aspetti più privati, come ha conosciuto la moglie Francesca, cosa ha rappresentato per lui la figlia Teresa, presente in sala. Ma «Storytellers Jovanotti» era un racconto sui trent’anni di vita professionale, dagli esordi di «Gimme five» fino alle ultime produzioni. Dopo aver chiuso il tour Lorenzo Live 2018 con i concerti al Forum di Assago, Jovanotti non si è risparmiato e sul palco del Teatro Carcano di Milano («al Carcano in pè», come canta Enzo Jannaci in «Veronica») ha regalato uno spettacolo intenso, unico (domenica ore 21.10; Paramount Channel, Spike e VH1).
Ha ripercorso i suoi successi non tanto per suscitare l’effetto nostalgia (un sentimento sempre forte), quanto piuttosto per spiegare come la canzone sia per lui un oggetto narrativo (scrive prima il testo e poi la musica) e come ogni disco rappresenti un ciclo vitale. E infatti di Jovanotti ne esistono più di uno, a evitare il pericolo, come ha tenuto a sottolineare, che il suo nome si trasformi in un brand. Jovanotti è molto maturato sul piano professionale con l’esperienza newyorkese (nessuno lo conosceva, ha dovuto mettersi in discussione e lavorare con grande umiltà) e, sul piano dell’immagine, con l’imitazione di Checco Zalone. All’inizio non l’avrà presa bene, ma, alla fine, è stata pur sempre una consacrazione. La sua canzone che amo di più? «Bella come una mattina d’acqua cristallina, come una finestra che mi illumina il cuscino…».