Corriere della Sera

La svolta del ministro sui musei «Aboliamo le domeniche gratis»

Bonisoli: i direttori sono d’accordo, lascerò a loro la scelta. Franceschi­ni: ci ripensi

- Di Paolo Conti (foto Newpress)

● Il ministro Alberto Bonisoli

(foto sopra) ha ora annunciato che dopo l’estate le domeniche gratis saranno abolite e che saranno direttamen­te i direttori dei musei a decidere se e quando proporre l’ingresso gratuito «E limineremo le domeniche gratuite nei musei. Le domeniche gratis andavano bene come lancio pubblicita­rio, ma se continuiam­o così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno. Per l’estate non cambia nulla, ma poi le cose cambierann­o. Lascerò libertà ai direttori, se vogliono fare una domenica gratuita non c’è niente di male, ma quando c’è l’obbligo di farla non va bene».

Dopo la polemica sull’art Bonus, e la promessa di una sua revisione nel 2019, ecco un altro forte segno di discontinu­ità annunciato dal nuovo ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, nei confronti del suo predecesso­re Dario Franceschi­ni che ha guidato il dicastero per quattro anni: «A novembre chi va a Pompei? Magari a novembre va bene, apriamo gratis anche tutte le domeniche. Ma quando sono costretto ad aprire gratis la prima domenica di agosto con migliaia di stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi a farli entrare gratis...».

Poi in una nota dettagliat­a chiarisce, polemizzan­do con i parlamenta­ri che lo hanno attaccato dopo l’annuncio, accusandol­i di non aver ascoltato la sua audizione alla commission­e Cultura, in cui aveva già annunciato questa intenzione : «Ho ascoltato i direttori sulle domeniche gratuite, registrand­o un’opinione unanime sulla necessità di superarle. Per questo motivo ci stiamo orientando nella decisione di andare oltre le domeniche gratuite, che di fatto verranno abolite. I direttori avranno maggiore libertà di decidere dove e quando introdurre delle gratuità e ciò potrebbe avvenire in maggior misura di quanto successo in passato, ma in modo intelligen­te».

Insomma per Bonisoli le domeniche gratuite potrebbero anche aumentare ma lasciando la decisione a ciascun direttore di museo: «Le domeniche In coda Decine di turisti in fila, a Milano, in attesa di entrare nella cattedrale del Duomo. Sullo sfondo il Museo del Novecento gratuite non tengono conto né della stagionali­tà, né dell’afflusso nelle diverse aree geografich­e. Un sistema che tratta allo stesso modo situazioni differenti e che è stato criticato dagli stessi direttori dei musei».

L’annuncio — era inevitabil­e — spinge l’ex ministro Dario Franceschi­ni a lanciare un appello pubblico al suo successore: «Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinu­ità politica alla cultura e agli italiani. Le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me. Sono un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi».

In realtà i calcoli ministeria­li lasciano ipotizzare un bilancio di circa 14 milioni di 14 milioni 1.554.444 2014 3.525.847 3.582.094 3.213.702 2015 presenze a tutto luglio 2018, calcolando una media negli ultimi mesi di 250 mila visitatori a domenica gratuita. Dice Franceschi­ni: «Centinaia di migliaia di persone, da Sud a Nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile. Le prime domeniche del mese hanno trainato l’aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto Comuni e privati a uniformars­i all’iniziativa coi loro musei».

Le reazioni politiche. Secondo Debora Serracchia­ni e Tatjana Rojc del Pd la decisione di Bonisoli è «insensata, negativa e rischia di impoverire la fruizione della cultura nel nostro Paese».

Invece , in una nota, i parlamenta­ri M5S della commission­e Cultura di Camera e Senato affermano: «Le domeniche gratuite concentran­do un’enorme affluenza di pubblico in poche ore hanno posto pesanti criticità fin dal principio, sia per il pubblico che per le opere: qualità della fruizione bassissima, messa a rischio dei beni musealizza­ti, alterazion­e degli standard ambientali, solo per citarne alcune. A riconoscer­lo sono stati gli stessi addetti ai lavori».

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