Corriere della Sera

«Deciderò io giorno e fasce orarie Il sistema attuale non funziona»

- Leonard Berberi

«Quella del ministro mi sembra una proposta sensata», ragiona Anna Coliva, direttore generale della Galleria Borghese di Roma, istituzion­e che nel 2017 ha registrato quasi 570 mila visitatori e circa 6,3 milioni di euro di introiti.

Come mai?

«Perché le domeniche gratis ai musei delle grandi città d’arte non tolgono o aggiungono nulla: il contributo dell’iniziativa è nullo».

Secondo lei perché?

«Le abitudini dei romani non sono cambiate dopo l’introduzio­ne di questa novità: anche oggi facciamo fatica a far tornare al museo il pubblico del territorio circostant­e».

Via gli ingressi gratuiti allora?

«No, anzi. Penso però questo tipo di iniziativa debba essere gestita direttamen­te dal responsabi­le del museo. Sono io che devo decidere il giorno o le fasce orarie in cui far entrare gratuitame­nte le persone. E sceglierei i momenti in cui ho flussi storicamen­te bassi. La domenica può essere interessan­te per le realtà locali, non per i grandi musei».

Come si fa a far tornare il visitatore del territorio?

«Con le mostre che hanno un inizio e una fine in bella evidenza. Solo così lo si invoglia a rimettere piede. Abbiamo persone che vengono qui durante una gita scolastica e poi non si affacciano mai più».

Più di qualcuno sostiene che bisognereb­be fare come nel Regno Unito: musei gratis sempre.

«Ma gli italiani non sono come gli inglesi: la formazione culturale è diversa e il rapporto con i musei opposto».

Agli italiani il gratis non piace?

«Buona parte pensa che se una cosa è a costo zero allora vuol dire che non ha valore, che non merita di essere vista».

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