Lettini e secchielli sulle piste da sci I laghi in quota diventano spiagge
Sulle Dolomiti tra Cortina e Dobbiaco. Domani il picco di afa in diciotto città
Sessanta gradi di differenza! Il caldo infernale di questi giorni non risparmia neanche la montagna. Ieri al Lago di Landro, in Alto Adige, al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti, il termometro segnava 30 gradi. Certo, sempre meglio del picco previsto per domani in città, con 18 comuni — Bolzano, Bologna, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo — da bollino rosso. Non a caso i condizionatori accesi in questi giorni hanno spinto i consumi di elettricità fino al nuovo record dell’anno, 56.400 megawatt.
Vicino al nostro lago, nelle punte di freddo invernale (che non sono mancate nemmeno l’inverno scorso) il termometro si inabissa verso i -30°. Invece passandoci accanto adesso, lungo la strada che da Cortina conduce a Dobbiaco, c’è da sgranare gli occhi. Là dove passano i fondisti, col sibilo dei loro sci sottili, quando la superficie è coperta di neve, e dove qualche volta (se non nevica) si pattina su uno specchio lucido e silenzioso, come facevano Hans e Gretel in «Pattini d’argento», in questi giorni qualcosa non quadra. In acqua è pieno di bambini a sguazzare sotto gli occhi dei genitori, imperterriti, a lungo, come i piccoli che non vogliono mai uscire dall’acqua a Jesolo o a Riccione. E sulla «spiaggia» (un limo sottile e pulito dato dal fondale del lago, che vista la siccità si è anche ritirato parecchio) secchielli, palette, ombrelloni. E poi i lettini con le signore a pancia in giù, reggiseno del costume slacciato, a prendere un sole d’alta quota, potente e scottante, generoso di raggi ultravioletti e abbronzanti.
Le cartoline con quel che rimane dei miseri ghiacciai del monte Cristallo sul fondo sostituite da quelle dei bagnanti d’alta quota. Segno inequivocabile, più di tante statistiche, dei cambiamenti climatici. La situazione di Landro rispecchia quella che si osserva su tutte le Dolomiti e in generale sull’arco alpino. Le gite in montagna sotto il sole a picco pongono qualche problema e ansimare in salita non è consigliabile: meglio mettere i piedi a mollo nei torrenti freschi (come sul Boite a nord di Cortina, altra spiaggia in catalogo) e nei laghetti disseminati qua e là.
Resistono gli appassionati di mountain bike, un po’ perché, se le pendenze non sono accentuate, la ventilazione rinfresca i praticanti, e un po’ perché ormai l’aiutino dato dalle bici elettriche è diventato una regola. C’è da dire comunque che il caldo è assai più sopportabile di quello in città o in pianura, vista la scarsa umidità dell’aria e la grande escursione termica: oltre i 30 gradi di giorno, ma di notte, quando le temperature calano anche a 16-18 gradi, si dorme sotto il piumino. Il forte disagio per il caldo umido è invece una costante dei fondovalle prealpini (33-35 gradi). Secondo le previsioni le cose non cambieranno nei prossimi giorni, anzi il caldo dovrebbe aumentare ancora a tutte le quote, toccando temperature di 6-7 gradi sopra la media, come annuncia il meteo Dolomiti dell’arpav, l’agenzia del Veneto. Rimane l’insidia di isolati temporali. Ma per tornare a pattinare sul Lago di Landro c’è tempo...