Corriere della Sera

L’INTERVISTA «Stare con Vale mi ha aiutato»

JORGE LORENZO «Rossi è molto intelligen­te, come Peter Pan non invecchia Dovrò gestire la convivenza con Marquez, una fatica mentale»

- Giorgio Terruzzi

LUGANO Senza moto, la tuta, il furore da Motogp, Jorge Lorenzo si trasforma. T-shirt e bermuda. Una espression­e tenera, inattesa, opposta alla grinta da pieghe, griglia, carena. Sarà il lago, dove abita, che pure è così diverso al mare della sua Maiorca, dall’asfalto della prossima battaglia, domenica a Brno; sarà che il fisico è quello di un ragazzino, anni 31, snello, in sintonia col suo sorriso, una rarità. Sin dai tempi del debutto nel Motomondia­le, classe 125, Jerez, 2002. Un broncio permanente: «Allora ero preoccupat­o, credo. Per il resto è un problema di fisiognomi­ca. Nel mio caso, non c’è una via di mezzo. Molto serio o molto gioioso. Prendi Marquez, tutto diverso, il disegno delle labbra mostra un sorriso perenne. Risulta simpatico a chiunque».

Ecco, Marquez. Il prossimo anno farete coppia, intanto pare lontanissi­mo. Questo Mondiale è già chiuso?

«Valentino, è secondo con 46 punti di distacco. Io sono dietro di 80. Il campionato è lungo, ma può riaprirlo solo Marc, cadendo, sbagliando moltissimo».

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Io ero in crisi e gioivo per le vittorie di Dovi: quando ero io a ottenere un buon tempo in prova lui, invece di rallegrars­i, faceva tutta una serie di distinguo

Cosa la preoccupa pensando alla convivenza con Marquez? E cosa dovrebbe preoccupar­e lui?

«È una opportunit­à doppia. Il resto lo vedrò, lo vedrà, lo vedremo. Credo stia tutto nella gestione della fatica mentale. Che poi è la materia più utile per costruire il carattere, per stare dentro una difficoltà, per fortificar­ti. Io questo lavoro lo conosco, l’ho affrontato molte volte».

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La Ducati è una moto nervosa, richiede forza fisica: avevamo un guaio ergonomico che rendeva faticosa la prestazion­e Modificare il serbatoio è stata una svolta illuminant­e

Sta parlando di un’altra convivenza difficile, quella con Rossi?

«Si, stare in squadra con Valentino mi ha aiutato. È una persona molto intelligen­te. Ed è bravissimo a sfruttare ogni suo talento. Ciò richiede un impegno massimo senza cercare di imitarlo. Valentino è unico».

Unico e ingombrant­e, per una intera generazion­e, la sua. Quante volte avrebbe desiderato che si togliesse dai piedi?

«Razionalme­nte mai. Rossi è un patrimonio del Motomondia­le. E va forte come sempre, anche se magari fa più fatica. Ha leve lunghe, un fisico che lo aiuta nella guida. Sa cosa penso? Che potrebbe vincere il suo decimo titolo, l’anno prossimo o quello dopo. Dipende dalla Yamaha, non da lui. Ha sempre vent’anni, non invecchia. Come Peter Pan».

Lei Jorge spesso appare come una persona ruvida. Le sue dichiarazi­oni innescano polemiche inattese. L’ultima ha riguardato Dovizioso accusato di minare il suo morale...

«Asco lti, sono sincero. Ho gioito per le sue vittorie mentre ero in crisi, lo scorso anno, sono andato sotto il podio ad applaudirl­o ogni volta. Poi, quando ottenevo un buon tempo in prova, in un test, lui, invece di rallegrars­i, elencava pubblicame­nte una serie di distinguo, di “però”. Tutto

qui».

Sembrò inopportun­o anche intromette­rsi nella lite tra Rossi e Marquez in quell’indimentic­abile finale della stagione 2015. Pentito?

«No. Se guardiamo la faccenda dal mio punto di vista, dovevo tutelarmi dentro la Yamaha nel momento in cui potevo e volevo vincere il titolo. Rossi era il mio compagno di squadra ma anche il primo antagonist­a. Penso che chiunque nei miei panni si sarebbe comportato allo stessa modo».

Come mai tanti campioni fanno fatica a vincere con una Ducati?

«Non c’è una ragione buona per tutti anche perché le Ducati del passato erano diverse dalle mie. È una moto nervosa, richiede forza fisica mentre qualcuno ha uno stile più votato alla dolcezza, all’eleganza della guida».

Ma possibile che sia stato un semplice serbatoio a riportarla sul podio alto, al Mugello? A molti è sembrata una scusa.

«Posso spiegare. Come mai io che non avevo mai avuto problemi ad andare in testa e a tenere la testa, con la Ducati retrocedev­o regolarmen­te? Per un problema ergonomico complesso che generava un affaticame­nto progressiv­o molto marcato. Abbiamo stu- diato di tutto, poi un giorno abbiamo visto il serbatoio montato sulla moto di Rabat. È stata una illuminazi­one. L’elemento che mi ha dato un sostegno, una posizione diversa, finalmente adatta al mio modo, più utile allo sfruttamen­to pieno delle mie risorse».

Della sua vita privata si sa pochissimo. L’impression­e è che sia una persona solitaria, addirittur­a sola. È così?

«Per niente. Ho amici, una bellissima vita. Il resto dipende dal mio carattere. Lo devo a mio padre che è stato tosto. Mi ha formato, insegnando­mi disciplina e onestà».

La sofferenza è un ingredient­e indispensa­bile per battersi, correre, rischiare?

«Soffre chi non ha una casa, chi non ha da mangiare, chi sta male... Guadagno molto denaro, faccio ciò che mi piace. Ogni mia sofferenza, diciamo così, rientra nella mia fortuna».

Nella sua manifesta felicità alla festa Ducati qualcuno ci ha visto un ripensamen­to...

«Il matrimonio con Ducati è stato breve ma intenso. Ho imparato tanto e credo di aver dato un contributo utile per le moto che verranno. Era la mia prima festa, certo. L’ultima? Chissà. C’è tempo per fare tante cose nella vita».

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Il matrimonio con la Ducati breve ma intenso, di sicuro utile per il mio futuro alla Honda Nessun ripensamen­to ma nella vita può accadere di tutto

 ?? (Getty Images) ?? Triplete Jorge Lorenzo, 31 anni, in azione e (in basso) in primo piano. Lo spagnolo ha vinto 5 Mondiali, 3 in Motogp
(Getty Images) Triplete Jorge Lorenzo, 31 anni, in azione e (in basso) in primo piano. Lo spagnolo ha vinto 5 Mondiali, 3 in Motogp
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