Ma lui non vuole chiudersi in un «fortino»
Situazione di stallo al settimo piano di viale Mazzini 14. Dopo la bocciatura della Vigilanza adesso bisognerà capire se Marcello Foa accetterà di andare avanti ad ogni costo, come vorrebbe Salvini. O se il neo presidente dovrà ammettere che la situazione è irrimediabilmente negativa per lui, decidendo di dimettersi. Chi lo ha visto ieri nella sede Rai riferisce di aver scoperto un professionista «molto per bene, attento» e, a giudicare da pochi accenni, non intenzionato a chiudersi in un ipotetico fortino Rai avendo contro Pd, Leu e Forza Italia. Quanto di più lontano dal «ruolo di garanzia» attribuito dalla legge. Per questa ragione è stato rinviato a oggi il Cda in programma ieri per affidare le funzioni di direttore ad interim di Rai Sport a Bruno Gentili dopo la polemica uscita di Gabriele Romagnoli.
Chi invece sembra aver
Le mosse di Salini L’ad Salini è già al lavoro sulle nomine L’ipotesi dell’interno Ciannamea come dg
già afferrato il timone senza tanti clamori è Fabrizio Salini, nuovo amministratore delegato: si è insediato ed ha cominciato i primi colloqui. Avrebbe già visto Marcello Ciannamea, dal gennaio 2013 direttore del Palinsesto, uomo-chiave dell’attuale dirigenza. Si era parlato di lui nelle giornate convulse del totonomine come di un possibile ad, in gara virtuale proprio con Salini. Ma oggi, chiariti i ruoli, i due potrebbero allearsi per governare l’azienda. La legge vede nell’amministratore delegato l’uomo delle grandi strategie e delle scelte aziendali più importanti. Nulla vieta, né le norme né lo statuto interno, che Salini scelga un direttore generale come Ciannamea per affidargli il complesso lavoro sulla quotidianità ottenendo da lui un aiuto per comprendere in tempo reale una macchina complessa come l’universo Rai.