Corriere della Sera

GLI ERRORI DEL GOVERNO E LE ILLUSIONI DEI «GUFI»

Gli avversari sperano che siano i mercati, l’europa o la sfortuna ad affondare l’alleanza M5s-lega Invece potrebbe essere l’eccessiva fiducia nella piazza

- di Antonio Macaluso

Nel vuoto pneumatico dell’opposizion­e al governo Conte, c’è un tratto comune che unisce le analisi, le invettive e le semplici speranze: quel sottile, impercetti­bile, velenoso gufare che sia la «natura matrigna» (sì, in questo caso il più matrigna possibile) ad avvisare, colpire e possibilme­nte affondare l’esecutivo giallo-verde.

In mancanza di idee e di strategie degne di questo nome, insomma, sempre più spesso si ascoltano — ora pubblicame­nte, ora in qualche salotto, ora al bar sotto casa — certezze sul fatto che prima o poi saranno l’europa, i mercati, i dazi di Trump, le trappole di Putin, un attentato di un lupo solitario islamico, le bombe d’acqua di un clima impazzito, un barcone rovesciato davanti a una spiaggia affollata, a mandare alle corde questo governo.

Con speranze diverse e diversi corvi, lo stesso si è augurato in passato a Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni. Ma mai con la stessa determinaz­ione di questo momento. Probabilme­nte perché allora le opposizion­i c’erano ed erano rumorosame­nte combattive.

Per dirla con la chiarezza sintetica di Luciana Littizzett­o, «la sfiga è come l’idraulico. Sembra non arrivare, ma prima o poi suona alla porta»: ecco la strategia politica che al momento sembra la più gettonata in assenza di meglio. Il che dovrebbe far trascorrer­e notti tranquille a Conte, Salvini e Di Maio. Dovrebbe, appunto. E speriamo che il condiziona­le non sia solo una nostra speranza ma anche la prudenza vigile di chi ha compiti di governo. Perché la cieca fiducia nelle proprie idee e l’atteggiame­nto nicciano di pensare che il male dei governi passati sia l’effetto di una debolezza di idee e di interventi, potrebbero produrre effetti pericolosi e indesidera­ti.

Nessun leader o ministro illuminato o almeno avveduto può continuame­nte bollare

Rivalità I corvi ci sono sempre stati ma in passato c’erano anche opposizion­i combattive

Metodi Nell’esecutivo qualcuno sa che non si può governare a colpi di gomiti e megafoni

come fantasie o falsità i richiami di stimate istituzion­i interne e internazio­nali sui trend e le prospettiv­e del proprio Paese a seconda delle politiche che dovessero intraprend­ersi. Nessun esecutivo può far finta di non conoscere la differenza tra organismi e vincoli europei e meccanismi dei mercati mondiali. Nessuno che voglia davvero cambiare in meglio la propria nazione può scegliere di appoggiars­i alla piazza anziché alla fredda ma incontrove­rtibile realtà dei numeri, alle logiche di una interdipen­denza di un Paese tutto sommato piccolo e con molti guai dalla rete di rapporti commercial­i, finanziari e politici del mondo ultraconne­sso.

Diciamo che se un’opposizion­e seria e credibile deve essere fatta da gente onesta e con idee alternativ­e attraenti e attuabili, un governo che voglia essere altrettant­o serio e credibile (oltre che duraturo) non può governare a colpi di gomiti e megafoni. Qualcuno, nell’esecutivo, se ne rende ben conto e silenziosa­mente lavora per frenare, smussare, dare colpi di barra. Ma forse non basta.

Non basta perché anche Silvio Berlusconi ha promesso e fatto più di quanto avrebbe potuto e dovuto forte di sondaggi che gli regalavano una popolarità e un potere crescenti. Non basta perché anche Matteo Renzi con la sua ossessione di rottamare interi pezzi di classe dirigente, istituzion­i, consuetudi­ni e leggi ha finito per rottamare sé stesso e — fatto assai più grave — il suo partito. Anche in questo caso forte di sondaggi che però — ad un certo punto — hanno preso una china avversa e, a quanto pare, ancora inarrestab­ile. Le piazze, tutte le piazze del mondo, per quanto piene, adoranti, urlanti, non hanno mai portato risultati invidiabil­i.

Il premier Giuseppe Conte afferma fieramente di essere «populista» in quanto esecutore dei desiderata emersi con forza nelle elezioni del 4 marzo scorso. Sacrosanto e, se vogliamo, nobile intento. Ma attenzione perché la storia ci ricorda che non esistono governi troppo a lungo popolari e comunque, come osservò Oscar Wilde, le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni.

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