Poste, utili su del 44%. Boom di carte e mutui
Del Fante: recapitiamo un pacco su tre. Addetti, 2.700 in meno in un anno. Titolo giù in Borsa (-5,41%)
I risultati confermano le indicazioni annunciate nel piano strategico lo scorso 27 febbraio. Eppure il titolo di Poste Italiane affonda (-5,41%) insieme al resto del listino milanese, malgrado una semestrale corredata da un utile netto pari a 735 milioni di euro (+44,1% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno) e un valore del risultato operativo a quota 1,07 miliardi. Indicatori che alla fine dell’intero esercizio 2017 erano rispettivamente pari a 689 milioni e 1,12 miliardi, a riprova che gli obiettivi per il 2018 (utile a 1 miliardo ed ebit a 1,4 miliardi) sono più che a portata di mano.
La spinta ai conti arriva da più fattori, ma l’amministratore delegato Matteo Del Fante segnala un elemento di novità: «Il fatto che Poste Italiane recapita un pacco su tre in Italia. Inoltre un acquisto online su quattro è pagato con carte Postepay. Prevediamo un consolidamento della nostra leadership nell’e-commerce con i volumi in aumento del 40%, includendo i pacchetti internazionali».
A concorrere ai 5,4 miliardi di euro di ricavi nel primo semestre e al buon andamento dei margini sono anche le performance dei servizi di pagamento (il numero di carte Poste Pay cresce del 35% e Poste Pay Digital e-wallet dell’83% rispetto al primo semestre del 2017), il balzo del 26% dei mutui e dei prestiti personali e il contenimento dei costi in calo del 6,4% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. La voce relativa al personale registra una riduzione dei costi del 3% (l’organico rispetto a un anno fa è diminuito di 2.700 dipendenti). Nel corso del primo semestre il gruppo registra anche la crescita a doppia cifra (+24%) del risultato operativo nei servizi finanziari, che segnano ricavi a 2,76 miliardi di euro e un utile netto in aumento del 25%, pari a 293 milioni. Altri 251 milioni di utile netto sono garantiti dall’attività di Poste nei servizi assicurativi, settore che registra ricavi per 685 milioni.
Ma durante la conference call sui risultati semestrali a catturare l’attenzione è il calo del Solvency Ratio (l’indice di solvibilità) della compagnia assicurativa Poste Vita. Il coefficiente sulla patrimonializzazione nell’ultimo semestre è sceso da 279 a 185 punti per effetto delle vendite dei titoli di Stato detenuti dalla controllata Poste Vita. Un calo che secondo Del Fante non è destinato ad avere conseguenze sul piano industriale al 2022. «Non stiamo parlando di una società quotata — osserva Del Fante — altrimenti avremmo dovuto affrontare altri argomenti, come un aumento di capitale o l’emissione di obbligazioni subordinate. Ma la compagnia è parte di un gruppo che ha una bassa leva finanziaria e quindi il tema dovrebbe essere molto meno rilevante. La situazione è monitorata molto da vicino, molto più che in passato».
Il numero uno di Poste si sofferma sui dati semestrali per rimarcare che «Poste procede con una solida attuazione degli obiettivi del piano 2022 e la performance dell’ultimo trimestre conferma gli impatti positivi dell’esecuzione del piano. Sono molto soddisfatto dei risultati del nuovo modello di recapito che offre consegne serali e nei fine settimana».