Rinvio dei vaccini, insorgono i medici M5S diviso. La ministra: l’obbligo resta
Alla Camera i no alla deroga di Trizzino e Bologna. Giulia Grillo: in futuro un obbligo flessibile
Sul rinvio dell’obbligo dei vaccini nei 5 Stelle si apre anche il fronte interno. Il deputato siciliano Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini di Palermo, rompe il silenzio: «Ho visto bambini morire di morbillo, no alle deroghe». L’ordine dei medici lo sostiene: «Ha fatto bene». Già ieri la senatrice grillina Fattori si era dissociata dalla posizione ufficiale e la ministra Grillo ha detto di volere vaccinare suo figlio.
«Sono un medico prima che un ministro, il resto sono chiacchiere da bar...». Sono quasi le nove di sera quando Giulia Grillo rompe il silenzio e, con una lunga nota, batte un colpo per tranquillizzare gli italiani: «Nessun passo indietro sull’obbligo vaccinale». Per essere iscritti ai nidi e alla scuola dell’infanzia i bambini dovranno essere vaccinati e i genitori «dovranno ancora presentare le certificazioni».
Rinviando l’obbligo al 20192020, il governo ha smontato un pezzo della legge Lorenzin. E adesso le opposizioni e il mondo scientifico temono che sia il primo passo verso lo scardinamento delle politiche di prevenzione. L’ordine dei medici boccia l’emendamento al decreto Milleproroghe, approvato due giorni fa dall’aula del Senato. Il virologo Roberto Burioni scolpisce su Twitter parole durissime: «Il Senato ha scritto una pagina infame nella storia della Repubblica, mettendo a rischio la salute dei bambini più deboli per ingraziarsi la parte più ignorante e oscurantista del Paese. Il ministro che tace è surreale. Vergogna».
E così, a sera, la ministra della Salute prova a chiudere un’altra giornata di polemiche. Adirata per i «toni da guerra di religione», Giulia Grillo ricorda come la proposta del rinvio sia una iniziativa parlamentare e non governativa e spiega le novità: «È stata sospesa per un anno una delle tre forme sanzionatorie previste dalla stessa legge (Lorenzin, ndr), che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati agli asili nido e alle scuole materne».
E proprio qui sta il problema, accusano i sostenitori dell’obbligo. È che i bambini non vaccinati mettono a rischio i compagni più fragili. Altrettanto allarmate sono le famiglie dei piccoli trapiantati. Un gruppo di mamme di bambini immunodepressi ha scritto una lettera accorata, ricordando che i loro figli possono andare a scuola «in sicurezza» solo se i compagni sono vaccinati: «Si vuole giocare sulla pelle dei nostri bambini? Noi non ci stiamo». La lettera, sul profilo Facebook «Io Vaccino», sarà inviata a tutti i parlamentari e i cittadini potranno sottoscriverla. «Garantiremo a tutti i bambini immunodepressi l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale», risponde la ministra. E si impegna a fare «di tutto» per la «promozione attiva» delle vaccinazioni. Il prossimo step è il disegno di legge del M5S, «che prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio».
Preoccupazione e indignazione montano. Il Pd parla di «ritorno al Medioevo», invoca lo stralcio dell’emendamento che rinvia l’obbligo vaccinale e minaccia di chiedere le dimissioni della ministra. «Il governo fermi questa decisione folle», attacca Maurizio Martina. Per Forza Italia è una «scelta scellerata». E intanto nel M5S si allarga la crepa nel fronte antivaccini. Dopo il voto contrario e «indignato» della senatrice Elena Fattori, altri due parlamentari pentastellati gridano «no» al rinvio.
Il deputato Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini di Palermo, si schiera contro la scelta: «Ho visto bambini morire a causa di morbillo, meningite... Mai a causa di complicanze post vacciniche». Domani alla Camera è atteso il voto finale e Trizzino, che condivide «in pieno» la posizione della senatrice Fattori, si troverà sulla stessa linea della collega Fabiola Bologna, che fa parte del «Patto trasversale per la scienza». Ma per Alfonso Celotto, capo di gabinetto della Grillo, si sta facendo «tanto rumore per nulla».