Venezia, 3 morti in Laguna Il caso sicurezza
Quattro ragazzi centrano due persone che pescavano di notte Tutti negativi all’alcol test. Guidava un gondoliere: «Sono distrutto»
Tre morti in Laguna. Due pescatori sono stati travolti da un motoscafo, mentre un’onda anomala provocata da una barca veloce ne ha rovesciata un’altra facendo annegare un turista.
VENEZIA Renzo e Natalino erano amici da sempre e l’altra notte stavano pescando sul loro barchino, fermo nella zona della Bocca di porto del Lido. Intorno, solo il buio e il rumore di un motore in avvicinamento. All’improvviso un’imbarcazione con a bordo quattro ragazzi li ha centrati in pieno. Uccidendoli.
Il primo sabato di vacanze d’agosto a Venezia è iniziato così, con quel motoscafo piombato sui due pescatori. E si è concluso con un’altra barca rovesciata, forse da un’onda anomala, e la morte dell’anziano che si trovava a bordo. Il bilancio, a sera, è di tre persone che hanno perso la vita e una decina di feriti lievi. L’incidente che ha ucciso Renzo Rossi, 58 anni, e Natalino Gavagnin, 63, è avvenuto la notte scorsa. Avevano fermato la barca nella zona di Sant’andrea, uno specchio di laguna che si trova tra l’isola di Sant’elena e il Lido già al centro di polemiche sulla sicurezza in acqua perché i diportisti lo attraversano spingendo i motori al massimo. La loro «caccia» ai branzini era iniziata da poco, quando si sono visti piombare addosso un motoscafo bianco e verde da 150 cavalli. Alla guida c’era un sostituto gondoliere di 27 anni, Ivan Bastasin, che stava rientrando da una serata in compagnia di un amico e due ragazze. Non aveva bevuto né assunto droghe, ma per gli investigatori è possibile che viaggiasse un po’ troppo spedito («Un altro pescatore mi ha raccontato di aver sentito il rombo di un motore in corsa a tutta velocità», assicura un testimone, Graziano Vettiato), anche se la conferma arriverà solo dalle indagini sui mezzi, che sono stati posti sotto sequestro su ordine della Procura di Venezia.
Di certo c’è che il motoscafo ha centrato il barchino, sbalzando in acqua i due pescatori. Renzo Rossi, trasportato in idroambulanza, è morto in ospedale mentre i sommozzatori dei vigili del fuoco ancora cercavano il suo amico. Il corpo di Gavagnin è stato individuato un paio d’ore dopo, con una profonda ferita alla testa. Feriti, ma non gravemente, i ragazzi che hanno raccontato la loro versione dei fatti ai militari della Capitaneria di porto che stanno svolgendo le indagini e che dovranno stabilire, oltre alla velocità, se i fari delle due imbarcazioni fossero accesi. «Quando mi sono avvicinato — racconta Vettiato — i quattro giovani erano sotto choc e il conducente continuava a ripetere “Erano al buio, non li ho visti!”. Mi è suonato strano: conoscevo bene i due pescatori, e sono sempre stati molto prudenti».
La Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo mentre il gondoliere appare affranto: «Ciò che è successo mi ha distrutto. Non voglio sentire nessuno, voglio restare solo. Ho detto tutto agli uomini della Capitaneria di porto: saranno loro, insieme alla Procura, a far emergere la verità».
Dodici ore dopo, un’onda — quasi sicuramente provocata dalla velocità di una seconda imbarcazione — ha invece causato il ribaltamento di un barchino a Campagna Lupia, sempre nel Veneziano, nello specchio acqueo dell’oasi naturalistica di Valle Averto. Tutti i passeggeri sono finiti in acqua e quattro sono rimasti lievemente feriti. Uno non è riuscito a risalire. È Giovanni Rampazzo, 76 anni, pensionato di Campagna Lupia, annegato sotto gli occhi del nipote che ha cercato in tutti i modi di salvarlo. È possibile che il barchino si sia rovesciato anche a causa del peso: stando ai primi rilievi trasportava più persone del dovuto.
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