Corriere della Sera

Da Padova agli Usa regina della pasta

- di Andrea Pasqualett­o

Paola (foto) è fuggita dall’italia e da un amore sbagliato a Los Angeles. L’inizio come babysitter, ora gestisce un impero di pasta fresca.

VITE DI FRONTIERA Paola Da Re è fuggita da Padova (e da una relazione sbagliata) a Los Angeles. Ha iniziato nel 2011 come baby sitter, oggi, con i figli, ha 70 dipendenti e due ristoranti di pasta fresca, dove ha assunto anche la sua ex datrice di lavoro

Il giudice di Venezia era stato chiaro con lei: «Se vuole lasciare l’italia con sua figlia deve dimostrare dopo sei mesi di saperla mantenere». Per Paola rappresent­ava la sfida della vita. Casalinga da sempre, stava cercando una via d’uscita dalla tormentata relazione con il compagno, padre della bambina. Aveva trovato il coraggio di lasciarlo, ritenendo di essere stata a lungo ingannata, ma lui non voleva saperne. Decise di osare: California. «Nel 2011 sono proprio scappata portando con me la piccola». E così, a 48 anni, la padovana Paola Da Re scelse di cambiare tutto, città, lavoro, mondo. Volò a Los Angeles dove ad attenderla c’era la sorella Luisa che l’aveva preceduta dopo aver scritto e pubblicato un libro proprio sul suo angoscioso rapporto sentimenta­le. Sbarcata in Usa, Paola si mise alla ricerca dell’unico lavoro che poteva fare, la baby sitter. «L’opportunit­à

Esordi «Ora tutto ci sorride ma all’inizio è stato difficile, non avevamo neppure i soldi per comprare le macchine»

arrivò da una famiglia benestante. Avevano una bimba di tre mesi e cercavano una nanny a tempo pieno che parlasse anche l’italiano».

Paola si attaccò a quel lavoro con tutta se stessa e sei mesi dopo dimostrò al tribunale di essere all’altezza della situazione: poteva restare. A Los Angeles la raggiunse poi Giorgia, l’altra sua figlia, che era rimasta in Italia per laurearsi. «Mamma, qui ho parlato dei tuoi gnocchi, li vogliono assaggiare», la chiamò un giorno dal Mauro’s Cafè, un ristorante di West Hollywood dove aveva degli amici. Paola, che oltre ai bambini ama cucinare, ne fece due piatti, li portò al Mauro’s e fu la svolta. I due piatti diventaron­o 10 chili, poi 20, 40, 80. Li chiedeva il ristorante ma li chiedevano anche gli amici e gli amici degli amici. Nel 2014 smise di fare la nanny e creò Pasta Sisters, che oggi ha 70 dipendenti e due ristoranti dove si producono e vendono gnocchi, spaghetti e tagliatell­e, «il tutto fatto con la ricetta della nonna».

Ed eccola l’ex baby sitter Paola sei anni dopo la fuga dall’italia e dall’ex. Ha il sorriso rassicuran­te di una mamy ma intorno a lei non ci sono bambini, solo clienti, fornitori, ragazzi che lavorano e altri che chiedono lavoro. «Mamma, il colloquio l’ho fatto io con il cuoco», la avverte suo figlio Francesco facendo capolino da un ufficio. Francesco, 36 anni, ex giornalist­a che ha lasciato dieci anni fa l’italia ripartendo anche lui da zero, è il pilastro del gruppo. «Ora tutto ci sorride ma all’inizio è stata dura perché non avevamo neppure i soldi per comprare la macchina degli gnocchi», ricorda senza nostalgie. «Dall’italia mio cugino Alessandro ha coinvolto dei conoscenti, gente semplice: un tecnico di computer, un istruttore di canottaggi­o, un impiegato... Chi ha messo 5 mila euro, chi 10 mila. Senza garanzia di rivederli. Grandi persone».

A quei piccoli investitor­i, soci al 30% del capitale, è andata bene perché Pasta Sisters oggi macina fatturato e utili. «Il salto di qualità è arrivato con Buzzfeed, un sito online molto seguito. Abbiamo vinto una gara per i migliori piatti e il giorno dopo c’erano 700 persone in coda a Pico, dove avevamo una cucina, due tavoli e sei sedie. Una cosa incredibil­e. Abbiamo fatto 20 assunzioni in un mese e mezzo e aperto il sito di Culver». Francesco è il direttore generale, Giorgia la Creative director, Paola l’executive chef. «I love her simplicity», sorride Justine che incrociamo a Culver. È la madre della bambina a cui lei faceva da nanny. Proprio così: la signora che le dava lavoro ora lavora da lei, come manager del catering.

Nella cucina di Culver spuntano i denti bianchi del ghanese Franklin che sorride tirando la pasta. «Viveva in macchina con moglie e tre figli, mi ha supplicato di prenderlo, funziona». Fra i tavoli gira Alex, italiano con un passato da batterista e un presente da manager di Pasta Sisters: «Avevo mollato questo lavoro ma a Francesco non ho saputo dire di no». Dirige Culver, dove al banco c’è Gardenia, olimpionic­a messicana di salto con l’asta che si sveglia tutte le mattine alle 4 per allenarsi nella pista d’atletica. Insomma, una galleria di personaggi. «La considero una grande famiglia», sorride Paola. La fabbrica sforna piatti su piatti, una girandola di gente che impasta, vende, serve. Fra i clienti dei catering ci sono Paramount, Sting, Grammy Awards. «A Natale ne abbiamo fatto uno per 5 mila alla Warner Bros». Francesco riceve offerte da mezzo mondo. «Mi chiedono di aprire in Corea, Australia, New York, Estonia, Lituania, Boston...». A Paola s’inumidisco­no gli occhi: «Sto vivendo un sogno, spero non finisca più».

 ??  ??
 ??  ?? In cucina Paola Da Re, 55 anni, con Franklin, addetto a tirare la pasta nel ristorante di Culver. Fra i clienti dei suoi catering Paramount e Sting
In cucina Paola Da Re, 55 anni, con Franklin, addetto a tirare la pasta nel ristorante di Culver. Fra i clienti dei suoi catering Paramount e Sting
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy