Il primato della politica (che ignora la scienza)
Con la proroga all’anno scolastico 2019-2020 dell’obbligo di presentazione del certificato vaccinale, i bambini non vaccinati potranno essere ammessi ad asilo nido e scuola materna. Una decisione che tiene conto solo del diritto dei più forti.
Il «divieto d’accesso», pur sgradevole e doloroso, era cardinale per la copertura vaccinale auspicata e per la formazione dell’immunità di gregge, decisiva per la protezione dei soggetti più deboli. È un caso in cui esercizio di libertà e prevaricazione sono separati da un abisso molto stretto, ma assai profondo. Si dovrà quindi dire che la politica ha deciso di privilegiare il diritto del più forte? Se così fosse colpisce che lo avrebbe fatto a dispetto del parere della grandissima maggioranza della comunità scientifica, compatta sulla necessità di raggiungere gli obiettivi medico-sanitari in questione. Ne conseguirebbe che ai dati scientifici non viene attribuita grande importanza. Sono molti i segnali in un momento storico (non solo in Italia) in cui viene tenuto sempre meno in considerazione il valore dell’esperienza. Ma se questo paradigma dovesse passare in modo sistematico a livello politico le conseguenze potrebbero essere devastanti. Immaginiamo che si discuta la costruzione di un grande ponte, molto costoso e impegnativo. Realizzarlo o meno sarebbe una decisione politica, valutare il progetto pure, ma una volta che questo fosse approvato se il politico decidesse di intervenire sulle modalità di realizzazione invaderebbe il terreno degli ingegneri e della loro competenza. Sarebbe un comportamento assurdo, parola che viene dal latino e significa «da sordo», cioè da chi non sa, perché non ha potuto udire, non ha avuto accesso alle informazioni. Se poi il ponte crollasse la responsabilità sarebbe di chi non ha tenuto conto dell’esperienza di tecnici che hanno anni di studio alle spalle. Le informazioni, insomma, volendo, sarebbero state a disposizione.
Così per i vaccini. L’immunità di gregge non è un’opinione: la sua funzione e il suo ruolo sono dimostrati da dati robusti, basta leggerli. Chi dice il contrario trova sempre un ricercatore eretico, indipendente, e qualche studio che conferma le sue idee, peccato che non prenda in considerazione il mare di prove che sostengono la tesi opposta. Oppure può sempre invocare che le cose avrebbero potuto essere fatte meglio e che bisogna metterci mano: vero, è sempre possibile, e lo è certo anche in questo caso. Ma qui le opinioni, o i benaltrismi sempre di moda, giocano con una posta che non è di poco valore. A meno che non si giudichi di poco valore la vita di un bambino immunodepresso che muore perché prende un’infezione da un compagno di classe liberamente non vaccinato dai genitori.